Ragusa
La stazione di Ibla è dotata di torre acqua e ampio scalo perché qui stazionavano le locomotive da aggiungere per la spinta in coda ai treni pesanti in salita verso Ragusa superiore. Poco dopo aver lasciato Ibla, il binario piega decisamente verso ovest fino a compiere una curva di 180° e in direzione sud fino ad infilarsi in una galleria sotto la rupe che sostiene la città barocca. L'uscita di questa lunga galleria in curva e forte salita è appena sotto Ragusa, in una stretta gola dominata dalle case della città. Appena uscito, il treno passa sotto una brevissima galleria con portali in roccia viva infilandosi poi nuovamente in un'altra lunga galleria in curva e salita che con un elicoide, in parte all'aperto, porta i binari alla quota della città (515 m.).
Il percorso all'aperto di questo tornante permette una vista impareggiabile su tutta la città antica, che "assiste" al passaggio dei treni sul tornante come in una ripresa cinematografica. Con una ulteriore curva la linea si riporta ancora in direzione nord e giunge finalmente alla stazione di Ragusa superiore. Lo scalo ragusano disponeva di un ampio scalo merci (recentemente soppresso) e di due soli binari per il traffico passeggeri.
Dalla sua stazione inizia il nostro viaggio. Il capotreno ci racconta la storia del giovane ingegnere che progettò questa ardita opera. La galleria principale era in via di scavo, gli operai procedevano nelle due direzioni con l'obiettivo di incrociarsi in un punto prestabilito nei suoi disegni. L'ingegnere cominciò a preoccuparsi quando, secondo i suoi calcoli, i due cunicoli non si erano ancora incontrati. Passavano i giorni e si convinse di aver sbagliato il progetto: sospettava che i due fronti si fossero ormai superati senza incontrarsi, una sciagura. Un mattino i tecnici corsero a svegliarlo per comunicargli che era tutto risolto, le maestranze stavano festeggiando l'incontro dei due fronti. Ma arrivarono tardi: l'orgoglioso ingegnere pendeva dal soffitto con una corda al collo. La convinzione di aver sbagliato era un'onta insopportabile.
La città è sorta sui monti Iblei a 500 metri di altitudine, distrutta da un devastante terremoto nel 1693, e ricostruita “raddoppiandola”: la Ragusa “supra”, sull'altopiano, la nuova urbanizzazione settecentesca, e la Ragusa Ibla, riedificata sull'antico impianto medievale. Bellissima e benestante, detta “città dei ponti”, ama vantarsi di essere “l'altra Sicilia”, o come l'ha definita Gesualdo Bufalino, “un'isola nell'isola”, grazie alla sua storia che la distingue dal resto della Sicilia e che le ha conferito un contesto sociale ed economico da cui risulta ancora la città più ricca dell'isola.
Stradine meravigliose per un percorso incantevole ed unico si aprono alla nostra vista partendo dalla cattedrale San Giovanni Battista e poi proseguire sino ai giardini iblei con il bellissimo portale di San Giorgio, passando davanti al Duomo S. Giorgio. Un percorso che nel naturale svolgersi dei passi acquista un fascino meraviglioso immergendoti lentamente nel cuore di Ragusa Ibla.
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