Modica
Stazione di Modica: scendiamo ad ammirare la targa in ricordo di Salvatore Quasimodo, che “qui concepito germogliò l'infanzia” proprio accanto ai binari, visto che il padre era capostazione di Modica. La sua casa natale natale è un piccolo museo, con la vecchia Olivetti e la registrazione della sua voce durante la cerimonia del conferimento del Nobel per la Letteratura nel 1959.
Modica è uno dei centri urbani più antichi della Sicilia e viene ricordata in epoca romana da Cicerone come uno dei territori più fertili della Sicilia.
La visita ha inizio dalla Piazza Municipio, centro della vita istituzionale e cuore della città. Chiusa da notevoli edifici ottocenteschi, è caratterizzata dall'incombente presenza della rupe del Castello, con la torre dell'orologio.
La “città delle cento chiese” ha un belvedere dove al tramonto sembra di stare davanti a un presepe, che con l'avanzare dell'oscurità si accende di luci calde e tenui, ed è famosa anche per la cioccolata di Modica, prodotta in base all'antica ricetta dei Maya, che ne coltivavano la pianta e inventarono il kakaw, poi ripresa dagli Aztechi con la bevanda che chiamavano xocóatl.
A Modica il cacao arrivò con gli spagnoli nel ‘600, ennesimo dono di madre natura che l'Europa deve alle civiltà agricole del Messico, così come una cospicua parte di frutta e ortaggi che oggi consumiamo, a cominciare dai pomodori, senza i quali la Sicilia intera, fino al XVI secolo, era tutta un'altra cosa.
Riprendendo il treno dalla stazione di Modica, ci infiliamo in una lunga galleria che sottopassa tutta la città. Il tratto verso Ragusa è caratterizzato da scorci paesaggistici emozionanti, in un territorio in forte dislivello e segnato dalle acque del fiume Irminio, che sovrappassa con un ponte metallico; è bellissimo attraversare valli di rocce e per la lenta velocità, fotografare angoli naturalistici unici. E poi arrivare come per incanto a Ragusa Ibla.
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