Il Barocco a Scicli - Chiesa S. Giovanni Evangelista
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L’ultima fase della decorazione interna, con stucchi e dorature, fu eseguita nel 1854.
L’attuale chiesa, risultato di numerose ricostruzioni effettuata a partire dalla prima metà del settecento fino ai primi anni del XIX secolo grazie anche alle donazioni della signora Donna Giovanna Di Stefano, baronessa di Donnabruna, presenta una facciata concavo-convessa a tre ordini. Rivela influssi borrominiani (S. Carlino alle Quattro Fontane - Roma), molto aggettante sulla strada e incombente sullo spettatore, forse quella che - per la collocazione in uno spazio ristretto - rivela più delle altre i caratteri imponenti del barocco.
Nel primo ordine, scandito da colonne ioniche, si apre il portale di ingresso preceduto dalla bella scalinata che asseconda il movimento della facciata; nel secondo ordine si snoda una gelosia in ferro battuto equivalente alle inferriate dei balconi dei palazzi circostanti.
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L'interno a pianta ellittica coperta da una cupola (i finestroni si aprono direttamente sull'imposta della cupola) è preceduta da un endonartece e conclusa da un'abside. La chiesa è dotata di un organo a canne del 1841 dell’organaro Salvatore Andronico Battaglia da Palermo.
La chiesa conserva nel suo interno (sacrestia) un dipinto di origine spagnola risalente al XVII sec., si tratta del Cristo di Burgos (che la gente) chiama il Cristo con la gonna, ma che in effetti non si tratta di gonna ma di una veste di sacerdote lunga fino alle caviglie, come segno di servizio sacerdotale svolto dal Cristo all'umanità (momentaneamente trasferito nella Chiesa del Carmine per esigenze organizzative).
Dal 1918 la Chiesa di S. Giovanni opera da Pantheon, avendo ricevuto le spoglie di numerosi soldati sciclitani caduti durante la prima guerra mondiale.
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