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Il Barocco a Scicli - Chiesa S. Giovanni Evangelista
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
interno
abside e Madonna addolorata
Posta sul fianco destro del Palazzo Municipale in Via Mormino Penna, questa chiesa era annessa al monastero delle Benedettine, demolito nei primi anni del novecento per far posto al Municipio, edificato tra il 1902 ed il 1906. 
 
I lavori della chiesa iniziarono tra il 1760 ed il 1765 e furono diretti, con ogni probabilità, dall’architetto Fra Alberto Maria di San Giovanni Battista, carmelitano abitante a Scicli, anche se vi sono elementi che trovano riscontro nelle architetture dell’ingegnere Vincenzo Sinatra di Noto. Già alla fine del 1776 l’interno veniva concluso con gli stucchi di Giovanni Gianforma e l’affresco della volta.
L’ultima fase della decorazione interna, con stucchi e dorature, fu eseguita nel 1854. 
 
L’attuale chiesa, risultato di numerose ricostruzioni effettuata a partire dalla prima metà del settecento fino ai primi anni del XIX secolo grazie anche alle donazioni della signora Donna Giovanna Di Stefano, baronessa di Donnabruna, presenta una facciata concavo-convessa a tre ordini. Rivela influssi borrominiani (S. Carlino alle Quattro Fontane - Roma), molto aggettante sulla strada e incombente sullo spettatore, forse quella che - per la collocazione in uno spazio ristretto - rivela più delle altre i caratteri imponenti del barocco. 
 
Nel primo ordine, scandito da colonne ioniche, si apre il portale di ingresso preceduto dalla bella scalinata che asseconda il movimento della facciata; nel secondo ordine si snoda una gelosia in ferro battuto equivalente alle inferriate dei balconi dei palazzi circostanti.  
 
Chiesa S. Giovanni Evangelista
 
 
 
 
 
 
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L'interno a pianta ellittica coperta da una cupola (i finestroni si aprono direttamente sull'imposta della cupola) è preceduta da un endonartece e conclusa da un'abside. La chiesa è dotata di un organo a canne del 1841 dell’organaro Salvatore Andronico Battaglia da Palermo. 
 
La chiesa  conserva nel suo interno (sacrestia) un dipinto di origine spagnola risalente al XVII sec., si tratta del Cristo di Burgos  (che la gente) chiama il Cristo con la gonna, ma che in effetti non si tratta di gonna ma di una veste di sacerdote lunga fino alle caviglie, come segno di servizio sacerdotale svolto dal Cristo all'umanità (momentaneamente trasferito nella Chiesa del Carmine per esigenze organizzative).  
 
Dal 1918 la Chiesa di S. Giovanni opera da Pantheon, avendo ricevuto le spoglie di numerosi soldati sciclitani caduti durante la prima guerra mondiale.
 
 
 
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