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Il Barocco a Ispica - Chiesa della SS. Annunziata
 
 
 
 
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Cassa reliquiaria in argento e bronzo 
(1738) 
 
All'interno della chiesa si trova una  "Cassa reliquiaria in argento e bronzo" del 1738.  
I quattro lati sono ornati da bassorilievi in lamina d'argento raffiguranti protomartiri e protovergini racchiusi in nicchie con catino a conchiglia. 
Le nicchie sono intervallate da semicolonne tortili. 
Anche il coperchio è ornato da fregi floreali e da quattro medaglioni mistilinei con raffigurazioni di santi. 
 
 
 
La chiesa della SS. Annunziata, al centro del quartiere omonimo, è collocata come quinta scenografica della piazza antistante, circondata da case gentilizie riferibili alla fine dell'ottocento e ai primi del novecento. 
 
Ricostruita dopo il terremoto tra il 1704 e il 1720, contiene uno dei più completi cicli di stucchi del Ragusano, eseguito da Giuseppe Gianforma (1750) come monocromo a fondo azzurro e con scene dell'Antico e Nuovo testamento. 
 
Ha un impianto planimetrico basilicale, a tre navate, divise da robusti pilastri decorati da lesene scanalate con capitelli corinzi.
Non sappiamo se il prospetto settecentesco fosse rispondente ad un disegno anonimo da attribuire all'architetto netino Paolo Labisi. Sicuramente il Labisi, attivo prevalentemente a Noto, firma nel 1779 i fogli riguardanti i disegni della sagrestia e di una cappella laterale del transetto (non realizzata). 
 
Nel 1869 la facciata subì un crollo; fu ricostruita subito dopo dal capomastro Carlo Di Gregorio con esiti poco felici. Per motivi economici la prima arcata non venne piu' ricostruita ed anche la lunghezza della navata si ridusse agli attuali 47 metri. Negli stessi anni vengono ricostruite le cupole delle navate laterali.
 
chiesa dell’Annunziata 
 
All'inizio del '900 il precedente campanile fu demolito, in quanto poco adatto alla diffusione del suono. L'ing. Vincenzo Tomasi progettò l'attuale campanile, che fu terminato nel 1954. 
 
La chiesa, inoltre, contiene il Cristo con la Croce dello scultore Guarino da Noto del '700 (simulacro legato ai riti del Venerdì Santo) e rappresenta Cristo che sale al calvario, con la croce sulle spalle, tra due carnefici che lo colpiscono violentemente. 
 
Tra le opere d'arte si segnalano: L'Annunciazione (olio su tela, sec. XVIII, altare centrale), l'Adorazione dei Magi (olio su tela, sec. XVIII), S. Maria dell'Itria (olio su tela), S. Vito (scultura), la cassa reliquiaria in argento; in sagrestia si trovano la tavola tardorinascimentale raffigurante l'Annunciazione, la tela di S. Andrea Avellino (sec. XVII), la tela di un componente della famiglia Statella (sec. XVIII).  
 
 
 
  
Ostensorio in argento 
(sec. XVIII) 
 
All'interno della chiesa si trova un "Ostensorio in argento" del sec. XVIII.  
La base è divisa in tre campi da volute su cui vi sono poste tre statuette raffiguranti la Fortezza, la Temperanza e la Mansuetudine. 
Sulle tre superfici sono rappresentate a sbalzo tre storie bibliche: Cristo e la Samaritana, il miracolo del cieco, il sacrificio di Melchisedech.  
Sul fusto si trova la rappresentazione del sacrificio di Isacco. 
La sfera è composta da raggi diradati, legati insieme da una ghirlanda esterna e da una corona di spine. 
 
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