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ISPICA
Le date programmate: 23, 25, 26, 30 dicembre 2018 e 1 e 6 gennaio 2019.
Durante le festività di Natale a Ispica viene organizzato un presepe vivente speciale, carico di fascino, tradizione e tantissima atmosfera mistica. La rappresentazione è ambientata nella cornice rupestre del Parco Forza, nella Cava d'Ispica, una delle più profonde e lunghe incisione vallive che solcano i monti Iblei.
Spesso il presepe viene realizzato dentro le suggestive grotte dei "tornanti della Barriera", la strada che, attraversando la parte finale di Cava d’Ispica, si immette sulla rotatoria di accesso alla città.
Un'occasione per riscoprire il fascino dei luoghi dove misteriosamente riprendono forma gli antichi mestieri, i costumi d'epoca, e le scene di vita quotidiana della Sicilia dei nostri antenati.
Infatti, viene fatto rivivere un vero frantoio dell’800, messo nuovamente in attività per l’occasione, e le grotte, un tempo usate dagli antichi abitanti di Spaccaforno: in queste ultime, durante tutta la durata della manifestazione, è possibile incontrare lungo il percorso guidato contadini, pastori, maniscalchi, ricamatrici, sellai, falegnami, carpentieri, massaie e tanti altri “personaggi” della tradizione siciliana, oltre ad una compagnia teatrale che intrattiene gli ospiti recitando dal vivo racconti natalizi.
Le varie iniziative incontrano il favore del pubblico, che partecipa numerosissimo alle varie serate dedicate alla manifestazione, e l’apice dell’afflusso di visitatori si ha durante l’ultima serata, il 6 Gennaio, quando è possibile assistere all’arrivo dei Re Magi.
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Il presepe attraverso i secoli
Durante il periodo natalizio in tutto il mondo, laddove i cristiani festeggiano l'incarnazione di Dio, esiste l'usanza di erigere presepi nelle case e nelle chiese. I presepi sono rappresentazioni artistico- figurative della nascita di Gesù nella mangiatoia di una stalla a Betlemme. Nella capanna vediamo la Sacra Famiglia e i pastori, sullo sfondo l'asino e il bue. L'adorazione dei saggi d'Oriente, i tre Re Magi, viene inclusa nel paesaggio il 6 gennaio. Gli evangelisti Luca e Matteo furono i primi a descrivere la storia dell'incarnazione di Cristo. È famoso il Vangelo di Natale di Luca, apparso nel secondo secolo dopo Cristo e poi divulgato nelle prime comunità cristiane.Già nel Quarto secolo troviamo a Roma (nelle catacombe) immagini della natività. L'origine esatta del presepio è difficile da definire, in quanto è il prodotto di un lungo processo. Comunemente il "padre del presepio" viene considerato San Francesco d'Assisi , poiché a Natale del 1223 fece il primo presepio in un bosco. Allora, Papa Onorio III, gli permise di uscire dal convento di Greggio, così egli eresse una mangiatoia all'interno di una caverna in un bosco, vi portò un asino ed un bue viventi, ma senza la Sacra Famiglia. Poi tenne la sua famosa predica di Natale davanti ad una grande folla di persone, rendendo così accessibile e comprensibile la storia di Natale a tutti coloro che non sapevano leggere. Un periodo fiorente di presepi fu il Barrocco. Prime notizie certe di presepi di chiese si rilevano dalla Germania meridionale quando, dopo la Riforma i Gesuiti riconobbero per primi il grande valore del presepio come oggetto di preghiera e di raccoglimento, nonché mezzo di informazione religiosa. I Gesuiti fecero costruire preziosi e fastosi presepi, tanto che quest'usanza si estese velocemente nelle chiese di tutta Europa cattolica, finché ogni comune volle un presepio in ogni chiesa.Ai nostri giorni è cresciuto notevolmente l'interesse per i presepi, come dimostrano le società dei presepi, fondate un pò ovunque.
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Parco della Forza
Scendendo dal parco archeologico della «Forza» nel fondovalle s’incontra l'insediamento più antico. Un sito di notevole importanza culturale, per le sue valenze paesaggistica, naturalistica, storica, archeologica ed antropologica. Necropoli preistoriche, cimiteri ipogei di epoca tardo-antica, chiese ed abitazioni rupestri.
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Arte e tradizione del presepio nelle regioni italiane.
Il presepe napoletano
A Napoli, come per molti altri centri del presepe, la tradizione presepiale trovò terreno fertile fin dal primo insorgere; però le opere iniziali, ad onta del loro indubbio interesse, non si staccarono dagli esempi di altri centri.I figurari di quel periodo riproposero modelli consueti e nei gruppi, composti in grandezza al vero, ripeterono senza varianti di rilievo la figurazione legata al cliché francescano.
Il ciclo evolutivo che doveva fare del pastore napoletano un esemplare di assoluta originalità, ebbe inizio nel corso del secolo XVII, quando per così dire si svolse un processo di 'dinamicizzazione' in due fasi principali: l'adozione di giunture a snodo per tutte le articolazioni della figura di legno e, successivamente, l'applicazione sia della testa che degli arti, sempre scolpiti in legno ma in pezzi distinti, su un manichino ottenuto avvolgendo della stoppa attorno ad un'anima di fil di ferro. Ciò permise di mutare all'infinito la composizione del presepe pur adoperando gli stessi pastori, cui veniva impresso - nei limiti imposti dalle sue caratteristiche - un atteggiamento funzionale all'equilibrio della scena.
Il presepe siciliano
In Sicilia l'arte presepiale, pur risentendo degli influssi della scuola napoletana, si differenzia per l'incredibile varietà di stili e materiali impiegati. Nella mappa dei centri siciliani produttori di presepi Palermo, Messina, Trapani, Siracusa, Caltagirone, Acireale, Noto, Ragusa sono le città più note per i maestri che vi hanno operato.
La diffusione del presepio in Sicilia si può datare a partire dal secolo XV, periodo in cui era costume rappresentare la nascita di Gesù con statuine tridimensionali mobili. Il Laurana e i Gagini, furono gli interpreti più importanti della scultura presepiale siciliana del periodo.Del 1494 è il gruppo marmoreo realizzato da Andrea Mancino, nella chiesa dell’Annunziata a Termini Imerese, considerato la prima opera presepiale siciliana.
Il presepe ligure
Il fiorire delle arti a Genova fece seguito al costituirsi della città come repubblica indipendente nel 1528.
Le prime produzioni consistono in statuine intagliate nel legno, dorate e dipinte che prendono a modello sculture in marmo, paliotti d'altare, trittici, quadri riproducenti Natività e Adorazioni dei Magi, che si trovano nelle chiese della città e del circondario.
Il presepe pugliese
Le più antiche testimonianze sopravvissute dei Presepi pugliesi appartengono alla seconda metà del Quattrocento, mentre nel Cinquecento si assiste ad un notevole sviluppo del fenomeno, che va lentamente declinando nel Seicento sino a cessare quasi completamente nel Settecento. Testimonianze documentarie, storiche ed orali ci dimostrano come essi fossero assai più numerosi di quel che ne è sopravvissuto lascerebbe credere.
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