Il Barocco a Ispica - Chiesa e Convento del Carmine
|
|
|
|
Chiesa del Carmine (interno)
L’interno è composto da un’aula unica con otto cappelle laterali incassate. Nel nartece, dentro cornici quadrilobate, sono rappresentati in affresco S. Alberto di Gerusalemme, S. Alberto degli Abbati, S. Giovanni Battista e S. Pier Tommaso di Cipro. Diversi sono gli altari decorati con colonne tortili e stucchi. Le tele della chiesa (Transito di S. Giuseppe, Madonna del Carmine tra Santi carmelitani, Maria tra i Santi Agostino e Antonio, Maria tra Santa Caterina d’Alessandria e Sant’Agnese) di mediocre fattura, si riferisco no al sec. XVIII. In stucco sono le sculture ai lati dell’altare centrale che presenta un disegno unitario riferibile al Settecento (interventi di decorazioni pittoriche di questi ultimi decenni hanno alterato la cromia complessiva).
Da segnalare il pulpito ligneo, il mausoleo del ven. Salvatore Statella e la scultura lignea della Madonna del Carmine, patrona civitatis, posta sull’altare maggiore (nel lembo posteriore del mantello reca la sigla PDPP e la data 1860).
Convento del Carmine
Il Convento presenta una facciata molto sobria, con un portale d’ingresso di tradizio ne manieristica. Una serie di finestre si alli neano sulla fascia marcapiano. Asimmetrico rispetto all’asse centrale è il balcone sorretto da mensole con mascheroni tardobarocchi. Gli spazi comunitari e le celle si sviluppano intorno a un cortile porticato che, in parte, è rimasto incompleto. Nella essenzialità dell’ordine tuscanico 1’articolazione dei pilastri ha un respiro elegante, data la buona fattura delle modanature sia delle arcate del primo ordine che delle finestre del secondo ordine.
L'arte nella Chiesa ed ex Convento del Carmine
Pulpito ligneo
E’ un raro esempio della cultura figurativa prebarocca. Su un esile piedistallo sono com poste in uno schema poligonale, intelaiato da modanature rinascimentali, gli specchi a tar sie della balaustra (vi sono rappresentati i Santi Angelo, Alberto,Elia, Telesforo). I santi sono disegnati frontalmente, con un rigore compositivo di sapore quattrocentesco. Il pul pito potrebbe essere collocato tra i secoli XVI e XVII.
Tomba del ven. Salvatore Statella
Padre Salvatore della SS. Trinita (al secolo Andrea Statella, 1678-1728), figlio secondo genito di Francesco IV Statella, terzo marchese di Spaccaforno, vestì l’abito carmelitano nel 1726. Viene ricordato come «promotore della Riforma carmelitana siracusana». Morì a Rimini nel 1728 e le sue spoglie vennero trasferite a Ispica nel 1756. Nel 1762 fu proposto un processo di beatificazione che non potè aver luogo per lo scarso numero dei testimoni superstiti. Il monumento funebre comprende .un ovale racchiuso all’interno di un drappo a motivi floreali con due stemmi della famiglia e due putti. Dinamismo e abilità esecutiva caratterizzano l’o pera tardobarocca da riferire alla seconda metà del Settecento. Probabile l’attribuzione a uno dei Gianforma, molto attivi a Ispica. Il disegno ha prevalenti caratteri rocaille nel ritmo molto dinamico delle forme vegetali, dei putti e degli stemmi.
Ostensorio in argento (sec. XVIII)
Ostensorio in argento con ricca decorazione a sbalzo. Sulla base sono raffigurati alcuni simboli (ampolla, lancia e canna d’issopo, corona di spine). Sul fusto, a fare da raccordo, la statuetta del profeta Elia. La sfera è decorata da minute rosette con stami e pistilli di pietre preziose; altre pietre preziose circondano la lente.
|
Servizi-Enti turistici-Banche-Ospedali-Officine meccaniche-Ristoranti-Trattorie-Pizzerie-Birrerie e Pubs-Antiquariato-Librerie-Famacie-Centri estetici
|
E' vietata la riproduzione anche parziale senza l'autorizzazione della Redazione
Si ringraziano tutti coloro che contribuiscono allo sviluppo ed alla crescita del sito "Costiera Barocca"
|