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Tonnara di Capo Passero
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Di proprietà attualmente del Cavaliere Pietro Bruno di Belmonte, la Tonnara di Capo Passero è uno splendido monumento di archeologia industriale.
Prosecuzione del capo che chiude il golfo, situata nell'estrema punta sud orientale della Sicilia, fu sicuramente la Tonnara di ritorno più prospera della Sicilia orientale. Risalente al medioevo fu data in affitto dal proprietario, il Barone Camemi di Palermo, ai Nicolaci nel Settecento. Nel 1750 Don Ottavio Nicolaci ordì il tentativo, riuscito, di ottenere la concessione perpetua basandosi sui grandi vantaggi degli anni precedenti ricavati dagli abbondanti pescagioni.
Disattivata per tutto l'Ottocento e riarmata solo a fine secolo da Don Pietro Bruno di Belmonte, è stata calata con regolarità fino al 1969 e con frequenza quinquennale fino al 2000.
La Tonnara di Portopalo è stata l'ultima tonnara in attività della Sicilia orientale e fu dotata di un ampio e complesso malfaraggio. Altri malfaraggi sono sull'isola omonima e conservano alcuni palischermi in quercia lunghi 20 metri.
Il periodo di attività della tonnara andava da maggio ad ottobre. Prossimo il mese di giugno la pesca aveva inizio: i marinai più esperti nel calo delle reti e nella cattura del pesce (rais, raisotti e tonnaroti) cominciavano la loro attività, mentre il resto degli operai (scarico e trasporto, sventratori) adibiti ai lavori sulla terraferma, aspettava il ritorno degli intrepidi.
Ancora si possono apprezzare tra i ruderi delle strutture i magazzini per la custodia e l'assistenza tecnico-logistica dell'apparato di pesca e i fabbricati per la lavorazione e la conservazione del tonno organizzati intorno allo spazio della loggia, cuore della Tonnara. In particolare erano il magazzino della sorra, il prodotto più raffinato dell'intera serie delle tonnine, il magazzino delle botti "nominato di Santa Lucia" e il magazzino del sale grosso.
In seguito, la produzione industrializzata della fine dell'Ottocento impose la costruzione di un vero e proprio stabilimento, con mattatoi, essiccatoi e sala caldaia, in grado di permettere l'utilizzo di almeno sessanta operai per la lavorazione sottolio. I locali erano, quindi, collegati tramite una passerella in muratura alla balata, costruita ad altezza del livello del mare in modo da consentire l'attracco delle chiatte cariche di tonni.
I locali destinati a funzioni abitative erano assegnati secondo i criteri gerarchici che regolavano la vita nella Tonnara: le stanze del rais, la casa dei calafati, le case dei marinai, dei maestri terrazzani, del campiere di loggia e del custode.
Nei primi del Novecento i caseggiati furono ristrutturati e furono anche realizzate opere nuove nell'ambito delle favorevoli produzioni dell'era industriale.
Nella Tonnara di Capo Passero si trova anche una Chiesetta del XVII secolo dedicata alla Santissima Annunziata, sormontata da una croce dell'ordine di Malta A. cui l'ultimo proprietario apparteneva.
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