turismo e vacanze in Sicilia 
 
 
 
 
 
 
 
annunzImage 1 
 
 
La chiesa SS. Annunziata 
 
IL BAROCCO: 
 
LA COSTA: 
 
 
image001
Per gentile concessione di Listen to Sicily - Tutti i diritti sono riservati.
 
sentiero 
 
I resti di quest' antico edificio sacro si mostrano al visitatore in tutta la loro interezza dopo aver oltrepassato un epigrafe (a destra di chi scende per il sentiero), incisa su un masso calcareo. Su di esso sta scritto del trasferimento temporaneo, nel tricentenario del terremoto del 1693, del settecentesco trittico statuario del "SS. Cristo con la croce sulla spalla" (opera in cartapesta di un certo Guarino da Noto) dall' attuale chiesa dell' Annunziata di Ispica nel sito della sua primitiva chiesa della Forza. Posta sul lato Sud-Est del Fortilitium, dapprima forse isolata, fu costruita verosimilmente sotto i Caruso nella seconda metà del XV sec., pare con un orientamento Est-Ovest. La cisterna con annesse canalette, ivi esistente, si doveva trovare al suo esterno. Essa ci rivela che il sito, occupato da strutture sacre più antiche, venisse probabilmente utilizzato anche prima. La chiesetta fu poi ingrandita sotto gli Statella, presenti nell'area dalla seconda metà del XVI sec. alla prima metà del XVIII sec.. Aveva un'unica navata, era orientata forse in senso Nord-Sud e vi si accedeva tramite due porte: una sul lato Ovest, più antica e comunicante con l'interno del castello; l'altra sul lato Sud, più recente, in quanto risulta essere stata aperta nel XVII sec.. Nel predetto periodo essa aveva sette altari, quello sormonato da una pala lignea rappresentante l'Annunciazione (circa metà XVI sec.), attribuita ad un certo Cardillo il Vecchio da Messina, che oggi si custodisce nella sacrestia della settecentesca chiesa dell' Annunziata di Ispica; l'altare maggiore con la bellissima e vetusta statua della "Madonna dell' Itria" del 1470, a quanto risulta danneggiata da un incendio, dopo l'altare del "Cristo con la croce sulla spalla", la cui statua lignea fu costruita nel corso del XVII sec. e poi distrutta dal terremoto del 1693; e infine l'altare del "Cristo risorto con soldati atterriti" (a quanto pare, anche questo gruppo statuario, assieme a quattro "paliotti" d'altare, fu traslato nella già citata chiesa dell'Annunziata di Ispica). Vi si custodiva pure, in apposita cappella con inferriata in ferro battuto, una "cassa reliquaria" d'argento.
 
Dell'antica chiesa dell'Annunziata della Forza ancora oggi si possono notare: i tagli di fondazione e il piano pavimentale roccioso, in cui sono presenti delle fosse sepolcrali, disposte con differente orientamento (Est-Ovest e Nord-Sud); la cisterna con canalette, sopra ricordata; i resti di alcuni altari e di quella che sembra l'abside Est. Da essa provengono inoltre tre lapidi sepolcrali. Due di esse, una con epigrafe in latino e l'altra in" italiano" del Seicento, con frammistione di termini spagnoli, sono custodite nel piccolo museo-antiquarium della Forza. Nella terza, invece, realizzata probabilmente nella seconda metà del XV sec., é effigiato in altorilievo un nobile personaggio, forse Nicolò Caruso, l'artefice delle imponenti opere di fortificazione al castello della Forza, così come ricordava una "lapide" affissa al suo ingresso. 
L'opera attribuita forse a Domenico Gagini, si trova attualmente custodita nei locali del Centro Studi Polivalente di Ispica.
Chiesa SS. Annunziata
La Chiesa della SS. Annunziata (secc. XV-XVII)  
Della chiesa dell’Annunziata, posta nell’angolo sud del fortilizio restano, i tagli di fondazione nella roccia, il piano della navata occupato da numerose fosse sepolcrali e il piano dell’abside: la chiesa, originariamente dedicata a S. Pietro, fu organizzata, con ogni probabilità, secondo un impianto a croce latina, orientata in senso N-S, nel periodo degli Statella (secc. XVI-XVII).  
 
lapide sepolcrale 
Tra i resti della Chiesa Annunziata fu trovata una lastra sepolcrale (oggi conservata nel Centro studi di Ispica). Rappresenta un nobile con le mani incrociate su una grande spada la cui punta poggia su un piccolo cane. Alcuni ci riconoscono Francesco Maria Statella e Gaetani (1700/1770), altri pensano che sia Nicolò Caruso, signore di Spaccaforno (1459/1474). 
 
 
Google
Web www.costierabarocca.it
 
 
 
Note sulla pubblicità e sulla privacy - costierabarocca.it