Alleati a Ispica
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Fu una tragica beffa del destino, perché dopo poche ore arrivò, come c'informa il prof. Di Luca Francesco, un motociclista porta ordini per recapitare il contrordine di fucilazione al Colonnello, firmato dal gen. Achille D'Havet. Sarebbe bastato un ritardo dell'esecuzione per salvare due giovani esistenze, spente per nulla, in un clima di grande confusione ed in certezza. Il militare motociclista, come ci viene raccontato, saputo che ormai i due giovani erano stati fucilati, fu preso dalla disperazione e si lasciò andare in un pianto dirotto.
Intanto il contingente dei soldati canadesi, guidato dal giovane tenente Frost, erano proprio sotto le rupi del Covento dei Frati Minori, ed esitavano ad incamminarsi attraverso i tornanti della "Barriera" per paura di agguati o tranelli da parte di un' ipotetica resistenza.
Scrive il sottotenente di allora Charles Sidney Frost.. city Major di Ispica dopo l'invasione, che comandava la colonna militare: " Dopo un violento cannoneggiamento della motonave Delhi e un pesante bombardamento aereo, la città si era arresa senza opporre resistenza…
I bombardamenti dell'11 luglio avevano ucciso e ferito molti cittadini e spinto la gente nelle grotte e nei campi vicini. Altri bombardamenti delle spiagge e delle strade che portavano ad Ispira, da parte dell'aviazione tedesca avevano impedito ai cittadini atterriti di ritornare nelle loro case... I primi ad apparire furono quelli che si erano feriti maneggiando i residuati bellici lasciati dai loro stessi soldati. Una persona aveva perduto tutt'e due le mani; un'altra un braccio; un'altra un piede...
Da un giorno all'altro la gente sta cominciando a tornare in città e sono cominciate le mie preoccupazioni... tutti sono deperiti per la fame e sporchi. Per anni essi erano stati privati delle loro risorse che sono state esportate in Italia ed in Germania..." (Da "Once a Patricia, cap. VII di Charles Sidney Frost. edito dalla Città di Ispica, 2004 ).
Dopo poche ore dalla fucilazione dei due militari siciliani, ad Ispica si insediarono i soldatì canadesi di Frost, e tutti i militari italiani, compreso il truce colonnello D'Apollonio, gettarono le divise e si confusero con la popolazione civile. Ironia e beffa del destino! Due giovani vite erano state spezzate inutilmente! Ancora poche ore e tutto sarebbe cambiato!
La notizia della fucilazione dei due poveri soldati si propagò tra la popolazione che rimase scossa dell'avvenimento e sgomenta per tanta crudeltà. Molte persone inveirono contro il comandante D'Apollonio, ma non osarono andare oltre. Come riferisce Mariannina Favara, "non mancarono gesti ingiuriosi e sputi contro di lui nel periodo in cui si intrattenne ancora a Ispica dopo l’occupazione”. Sappiamo infatti che lo stesso colonnello, indossati abiti civili, dopo l'ingresso ad Ispica delle truppe amerivane si rifugiò con la sua famiglia in una grotta della “Barriera”, mescolandosi tra l'inerme popolazione per non farsi riconoscere.
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