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Lo sbarco 
 
 
Charles Sidney Frost 
 
 
Dal 16 luglio al 3 agosto del 1943 Charles Sidney Frost, dopo la conquista di Ispica, quale ufficiale designato dall'AMGOT ebbe il compito di governare la città e ripristinare la normale amministrazione.
 
 
 
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Web www.costierabarocca.it
 
LO SBARCO 
di Sesto Bellisario 
sbarco degli alleati
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Lo sbarco avvenne esattamente alle 2,45 di mattina, con un mare agitato dal vento caldo di scirocco che fece capovolgere ed affondare diversi mezzi anfibi proprio a pochi metri dalla spiaggia. 
E così all'alba del fatidico 10 luglio, i laboriosi contadini ispicesi che come ogni giorno a bordo dei loro "carretti" si recavano in campagna per racimolare qualcosa da portare ai familiari affamati, tra la meraviglia e lo sgomento, videro il mare dalla Marza fino a Pozzallo pieno di miriadi di navi ed imbarcazioni anglo-americane. L'invasione era cominciata. 
 
Gli abitanti di Ispica, saputa la notizia da alcuni contadini che erano ritornati a casa in preda al panico, erano combattuti tra lo sgomento dell'invasione e la speranza che tutta questa tragedia di una guerra devastante avesse finalmente fine. E, nell'attesa degli eventi, ritornarono nelle loro sicure grotte della "Cava”. 
 
Subito arrivarono notizie di scontri impari trai militari della Guardia di Finanza di stanza nella Marza di Ispica e i soldati canadesi che a migliaia sbarcavano tra Punta Castellazzo, Pachino e Pozzallo. Piccoli gruppi di militari italiani furono mandati a contrastare un nemico potentissimo; si batterono dignitosa mente con i pochi mezzi in possesso, ma nulla poterono contro una forza preponderante ed imponente. E molti furono i giovani finanzieri e soldati che sacrificarono la giovane vita per la Patria.   
 
 
sbarco 
 
 
Alcuni testimoni raccontano di aver visto quattro militari americani morti in contrada Miucia. In contrada Garzalla (nei pressi del Cimitero) pare che il proprietario del fondo, atterrito dai paracadutisti che piombavano dal cielo, abbia sparato ad un giovane militare americano e nascosto poi il cadavere. 
 
Giuseppe Canto ricorda che nella rotonda Ispira-Pozzallo-Rosolini, tra i rami di un albero di ulivo (detto ..”ri Gilibertu”) rimase impigliato col suo paracadute un soldato americano, ormai morto. 
 
Alcuni aviatori, tra cui una donna, vennero fatti prigionieri in contrada “Scorsone” dai Carabinieri, dove cadde un aereo. 
 
Ma la valanga dei soldati americani ed inglesi, preceduti da centinaia di paracadutisti che si erano lanciati nella periferia della città, ormai dilagava dalla spiaggia e si avviava verso l'abitato a piedi, a bordo di carretti siciliani requisiti e con mezzi corazzati militari. 
 
carretti requisiti... 
 
E già la gente vedeva con grande apprensione, ma anche con tanta speranza, dall'alto delle rupi del convento dei Frati Minori avvicinarsi da lontano questa massa enorme di uomini armati e di mezzi corazzati. 
 
In quest'atmosfera di grande confusione paura ed incertezza, la compagnia dei soldati italiani dislogati ad Ispica si sbandò, e molti giovani militari, credendo ingenuamente che ormai la guerra fosse finita, ma anche per non essere presi e portati nei campi di concentramento, buttarono le divise ed indossarono vestiti civili.