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LO SBARCO IN SICILIA ED IL "FLOTSAM" 
William Martin
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Accadde nell’ autunno del 1942, quando l’invasione del nord Africa era in pieno svolgimento e procedeva verso il successo, che gli strateghi Angloamericani stavano già pensando all’operazione successiva da compiere, fissando agli inizi del 43 come prossimo obiettivo la Sicilia. Un’operazione tatticamente valida, ma facilmente prevedibile dall’avversario. Si pensò, quindi, di ideare un piano diversivo con lo scopo di far credere al nemico che il prossimo sbarco non sarebbe avvenuto in Sicilia distogliendone così l’attenzione ma soprattutto le forze nemiche. Nacque così l’Operazione Mincemeat che scattò il 30 aprile 1943. 
I servizi segreti britannici attuarono un piano che aveva lo scopo di sviare l’attenzione dei tedeschi circa il luogo di attuazione dello sbarco in Europa. Al progetto, ideato da un giovane ufficiale dei servizi segreti della marina inglese, il capitano Ewen Montagu, fu dato il nome in codice di Mincemeat (carne tritata). Il piano consisteva nell’infilare nel cadavere di un soldato finti piani si sbarco in Italia attraverso la Grecia e la Sardegna da far pervenire casualmente ai tedeschi. Poi abbandonarono il corpo (il maggiore William Martin, dei Royal Marines britannici) a un chilometro e mezzo al largo della costa spagnola di Huelva, dove i tedeschi potevano contare su spie colluse con i militari iberici. Nella tarda mattinata del 30 aprile alcuni pescatori recuperarono in mare il corpo, con addosso ancora un giubbotto di salvataggio «Mae West». 
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Fu subito consegnato dai pescatori alle autorità spagnole che lo sottoposero ad un’attenta perquisizione. Oltre ai documenti e agli effetti personali (tra cui la fotografia della fidanzata, alcune sue lettere d’amore, un biglietto di teatro, una lettera di una banca con il sollecito del pagamento di un debito che il maggiore Martin aveva contratto per acquistare l’anello di fidanzamento), l’uomo aveva con sè, legata alla cintura con una catenina, una borsa diplomatica dentro la quale erano contenuti documenti che agli spagnoli apparvero subito di notevole importanza militare. I tedeschi furono informati del ritrovamento e i documenti vennero inviati a Berlino.  
Il «polpettone», come lo definì lo stesso Churchill, fu inghiottito senza alcun minimo sospetto dai tedeschi e la conferma di ciò si ebbe quando l’alto comando tedesco trasferì un’intera divisione corazzata dalla Francia in Grecia. I tedeschi si convinsero, inoltre, che la penetrazione anglo-americana nel Mediterraneo si sarebbe concretizzata, oltre che con uno sbarco in Grecia, anche con l’invasione della Sardegna. I comandanti tedeschi, dall’indomani del ritrovamento spagnolo del corpo del maggiore Martin, concentrarono la loro attenzione sulla difesa di queste due regioni, distogliendo lo sguardo dal vero obbiettivo alleato che era, e rimaneva, la Sicilia. 
Il corpo del «maggiore Martin» è oggi seppellito nel cimitero della cittadina spagnola di Huelva, dove venne portato dopo il suo ritrovamento.