Dal portale rimasto oggi possiamo dedurre che la chiesa doveva essere di grande magnificenza, in linea con l'estetica che lo stile ogivale esigeva: si trattava di un grande Tempio a tre navate separate da sette colonne per lato, arricchite da ben 12 altari oltre i tre dell'abside e al Fonte Battesimale. Caratteristica dell'edificio sacro era, di certo, il campanile edificato dall'architetto ragusano Di Marco, mirabile esempio di architettura con i suoi 100 metri di altezza.Purtroppo il terremoto del 1693 distrusse irreparabilmente la Chiesa, causando anche il crollo del campanile: tutto andò perso delle preziose opere d'arte e delle fastose decorazioni, resistette al sisma solo la navata laterale sinistra che, forse, poteva essere salvata ma che il fervore per l'edificazione del nuovo tempio fece dimenticare, determinandone la fine definitiva.
Va ricordato che addirittura il suolo venne posto in vendita e non è chiaro come si riuscì ad imporre il vincolo di conservare il Portale, che ancora oggi rimane intatto nella sua bellezza. Di colore rosa chiaro e costituito da pietre in calcare, esso costituisce un significativo esempio di stile architettonico gotico-catalano ad arco acuto, con ricchi intagli, ha al centro una figura di San Giorgio a cavallo che uccide il drago e libera la Principessa di Berito. Sette colonnine a fascio sostengono sette archi leggermente acuti. Negli interspazi dei sette archi si ammirano raffinati intagli con fiori, foglie e animaletti immaginari; sopra il settimo arco è scolpito un disegno che culmina al centro in un fiorone a forma di croce. Ai lati due losanghe contenenti sculture che raffigurano l'aquila, emblema della città.
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