Mosici
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Nel 1971, nel corso di scavi illegali, fu scoperta una villa romana, di conseguenza si scavava nel territorio di Noto, nella provincia di Siracusa. Il complesso è situato a destra del fiume di Tellaro. La struttura si localizza leggermente in superficie, ma sotto una fattoria (masseria) del Diciottesimo secolo, dove si trovano le decorazioni musive.
Il lungo e difficile lavoro d'esplorazione, durato 20 anni, permise di portare alla luce la parte centrale del complesso antico. Si tratta di un gran peristilio di circa 20 metri di lato circondato da un portico largo m.3,70, su cui danno diversi ambienti individuati sui lati nord e sud.
Il pavimento è formato da mosaici policromi con motivi geometrici. Nel nord si trovano tre aree che presentano pavimenti a mosaico.
Nel portico è presente una decorazione musiva con la scena centrale del ricupero e pesatura del corpo di Ettore. Ad ovest un'altra area mostra un pavimento di mosaico policromo diverso - sebbene non completo - che consta di quattro ghirlande. Il mosaico di pavimento policromo della terza area ad ovest ha scene di caccia. Le scene di caccia sono liberamente ispirate e non seguono alcun profilo schematico. Sotto, c'è una scena di banchetto straordinaria all'aria aperta; al centro gli invitati.
I mosaici, che possono essere datati verso il Quarto Secolo d.C., richiamano alla mente immediatamente i mosaici di Piazza Armerina e d’alcuni centri dell’Africa.
La villa del Tellaro, con la villa della stessa epoca che fu scoperta a Patti Marina nella provincia di Messina, e la villa di Piazza Armerina, rappresentano i punti di riferimento per l'analisi degli aspetti socioeconomici della Sicilia nell'Antichità.
I mosaici delle tre aree a lato nord sono stati restaurati nei laboratori del Soprintendenza di Siracusa. Sono stati in mostra a Noto alla chiesa di San Domenico da luglio 2003 a gennaio 2004.
Si è completata una copertura adeguata per la struttura e la conversione della masseria del Diciottesimo secolo, che si trova sopra la villa: allestito un museo per l’esposizione permanente delle decorazioni musive, che rimangono secondo molto studiosi: i più belli di tutta la storia siciliana.
splendida tigre intenta a spiccare un balzo
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