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Giuseppe Fava (Palazzolo Acreide (Sr) 1925 - Catania 1984), scrittore e autore drammatico, si trasferisce a Catania da giovane e qui intraprende l'attività di giornalista per il quotidiano "Espresso sera".
"Cronaca di un uomo" del 1966, premio Vallecorsi, e "La violenza" del 1970 e premio Idi, segnano l'inizio della sua carriera di scrittore teatrale. Nei suoi testi si trova la formula del "teatro documento" e quella della dimensione onirica. Tra gli altri suoi testi si ricordano "Il proboviro" del 1972, "Bello, bellissimo" del 1974, "Opera buffa" del 1979, "Sinfonia d'amore" del 1980, "Foemina ridens" del 1982 e "L'ultima violenza" del 1983.
Quest'ultima va ricordata come suo testamento spirituale visto che l'anno dopo, davanti al Teatro Verga di Catania, fu ucciso in un agguato mafioso. L'opera può esser intesa come un documento di ciò che può accadere in una società dominata dalla violenza mafiosa.
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