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La cittadina, capolavoro barocco e regno del cioccolato, ha ospitato diversi set cinematografici a patire dal secondo dopoguerra. Le ragioni sono diverse, ma alcuni aspetti hanno finito per prevalere rispetto ad altri. Ad incominciare dalla scelta di luoghi dai volti nuovi e non inflazionati, che però presentano quelle caratteristiche vincenti del barocco ibleo.
Ed ancora: ampi luoghi, funzionali alle riprese, che si prestano ad essere dei set naturali; l'ariosità degli spazi che permettono un'esaltazione della luce iblea; l'orografia pianeggiante delle piazze e le lunghezze notevoli delle stesse, funzionali a riprese in cui il rapporto figura/sfondo risulta facile da trasferire nella rappresentazione, senza eccessivi problemi di alterazione delle dimensioni; la grande disponibilità da parte dell'Amministrazione Comunale di Modica; l'ottimo stato di conservazione dei siti e il mantenimento di scenografie naturali che consentono ambientazioni seicentesche, settecentesche, ottocentesche e ovviamente dei primi del Novecento.
Sicuramente la stagione del neorealismo è quella che si è identificata meglio nel concetto di autentico che la città esprimeva all’epoca (e che in parte ancora conserva), ed il film “Anni difficili” ne è la prova; girato nel 1948 da Luigi Zampa è ambientato interamente in città, dove il regista visse in gioventù. Il film racconta le vicissitudini di un impiegato comunale vittima del regime fascista e del burocratismo dell’epoca, intorno a cui ruota lo spaccato sociale e culturale di una realtà provinciale siciliana post bellica.
All’epoca la presenza di attori così importanti, e tempi lunghi di realizzazione, produssero uno sconvolgimento nella vita cittadine, con una forte interazione tra la troupe e gli abitanti di Modica. Il film è stato recentemente restaurato.
Ricordiamo poi tra i grandi set Zeffirelli con le “Storie di una capinera”, “Kaos” dei fratelli Taviani, ed un’ultima grande produzione del 2007: “Maria Venera”, di Beppe Cino. In una Sicilia del 1951 il giovane professore Angelo ama, non ricambiato, la più bella e misteriosa ragazza del paese, Maria Venera. Cinquant’anni dopo il professore invecchiato si rivedrà raccontato in un film, ma dove non ci sono più l’amore, la passione ed il coraggio di una donna che, con determinazione e bellezza, cercò di superare pregiudizi e togliere le maschere della tradizione.
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