Sei già un ciclista abituale?
(di Marco Pierfranceschi)
Meglio...!!! Quindi non dobbiamo spiegarti quanto fa bene andare in bicicletta, l'emozione di buttarsi giù per una discesa, cosa si prova ad arrivare in cima ad una salita, il vento nei capelli e tutto il resto. Però potresti essere un ciclista sportivo, come ce ne sono tanti, a cui interessa solo il risultato, l'affermazione, il prevalere sugli altri: in tal caso di cose da dirti ne abbiamo molte, sperando di riuscire a farti capire quanto il nostro modo di andare in bicicletta sia diverso dal tuo. La prima è che la bicicletta, per noi, è innanzitutto libertà.
Libertà significa poter andare dove vogliamo, con il passo che preferiamo, partendo ed arrivando quando ci pare, riappropriarci del nostro tempo...
Libertà è correre, se ci va, fare anche sforzi intensi, ma solo per il desiderio di farlo, non perché ce lo imponga un regolamento di gara, non per sentirci più forti di qualcun altro, non per vederci consegnare, alla fine, un trofeo, una coppa, una medaglia...
Libertà è viaggiare da soli, senza doverne rispondere a nessuno, ma anche scegliere di muoversi in gruppo con altre persone che condividono lo stesso approccio alla bicicletta...
Libertà è correre avanti, se vogliamo, ma anche scegliere di adeguarsi al passo di qualcuno meno allenato per fare conoscenza, parlare, confrontarsi, discutere, condividere le proprie esperienze...
Libertà è scegliere, invece di affermare la propria individualità, di mettersi al servizio degli altri, per insegnare loro il modo migliore di andare in bicicletta, aiutarli a trovare la corretta posizione in sella, ad usare il cambio nella maniera più idonea, a dosare lo sforzo per arrivare in cima alle salite in sella alla bici, anziché a piedi...
Libertà è non accontentarsi di rifare sempre le stesse strade, sempre gli stessi itinerari, ma cercare percorsi nuovi, visitare località sconosciute, esplorare il territorio...Libertà di poter fare, se si vuole, anche cento/centocinquanta chilometri in un solo giorno, oppure, se si preferisce, accontentarsi di quaranta/cinquanta pur di raggiungere una località lontana e mai visitata prima e prendersi il tempo, nel corso dell’escursione, per studiare testimonianze storiche, artistiche, culturali, siti archeologici...
Libertà è cogliere l'occasione di approfondire la conoscenza dei luoghi visitati, che non possono e non devono essere vissuti solo come una sorta di "fondale" che abbia l'unica funzione di fare da "coreografia" allo "spettacolo" del gesto atletico...
Libertà è anche staccarsi dagli stereotipi della "vacanza" al mare o in montagna per affrontare viaggi in bicicletta negli altri paesi, rinunciare alla leggerezza del veicolo, troppo spesso pagata a caro prezzo, per caricarci sopra borse e bagagli e conquistare l'autosufficienza sulle lunghe percorrenze?
Libertà è uscire in bicicletta da una stazione o un aeroporto di un paese straniero e pensare: "Bene, ho tutto un paese da esplorare e due o tre settimane di tempo, vediamo quante cose riesco a vedere e ad imparare". Per tutti questi motivi riteniamo che l'attività strettamente sportiva, l'approccio meramente agonistico, evidenzino della bicicletta solo la sua dimensione di "attrezzo ginnico", rinunciando ad esplorare la sua natura più vera di mezzo di trasporto. Un mezzo di trasporto a misura d'uomo (e di donna, perdiana!) che per moltissimi ciclisti sportivi è ancora tutto da esplorare, e che ti invitiamo, abbandonando i soliti cliché, a scoprire insieme a noi.
Tour alla scoperta di oasi naturali e barocco
Nell'angolo sud-orientale della Sicilia, da Palazzolo Acreide a Siracusa, alla scoperta di oasi naturalistiche e meraviglie barocche è possibile effettuare un tour di 8 giorni (7 notti), con tappe quotidiane di 40- 60 chilometri, dedicato ai ciclo amatori che amano viaggiare soli, ma senza rinunciare a una serie di servizi in grado di rendere comoda anche la vacanza su due ruote.
Percorso
Nell'entroterra di Siracusa, ai piedi dei Monti Iblei, la cittadina di Palazzolo Acreide, punto di partenza dell’itinerario, merita una sosta di almeno una giornata. Per le rovine dell’antica città greca di Akrai, da visitare nella zona archeologica. E per il centro storico, un intrico di vicoli che passano accanto a esuberanti facciate, balconi in ferro battuto, portali scolpiti da maestri artigiani. Cuore del nucleo barocco, piazza del Popolo, con la chiesa di San Sebastiano; da vedere anche la Chiesa Madre, di San Paolo e l’Annunziata. Per una pausa golosa, si consiglia l’antica pasticceria Corsino, in via Nazionale, dove scegliere tra cassate, gelati, pasticcini alle mandorle e al miele dei monti Iblei. Per cena, la trattoria Andrea Sapori Montani (via Maddalena 24, tel. 0931.88.14.88), che propone, fra l’altro, farfalle con zucchine, pomodoro e menta, coniglio in agrodolce, pecorino allo zafferano, prosciutto di Giarratana.
Città gioiello del barocco siciliano, Modica è la seconda tappa del viaggio. Per raggiungerla da Palazzolo, bisogna pedalare per 45 chilometri attraverso un territorio aspro e selvaggio, con tratti in salita che richiedono un notevole sforzo. Ma una volta arrivati, basta un assaggio del famosissimo cioccolato, qui lavorato ancora artigianalmente a freddo, secondo le antiche ricette degli Aztechi, che in un attimo si dimentica la fatica. Il giro delle pasticcerie non può che cominciare dall’Antica Dolceria Bonaiuto, istituzione cittadina in corso Umberto I, che dal 1880 produce cioccolato solo con cacao, zucchero e spezie. Proseguendo nella stessa via, s’incontrano la Gelateria Ciacheria, la cui specialità è la cremolata con fichi e cioccolato, e Donna Elvira,che prepara tipiche leccornie come le impanatiglie, i dolci di mandorle, la frutta martorana.
Spezie e cacao si ritrovano a cena nelle raffinate invenzioni culinarie proposte alla Fattoria delle Torri, celebre ristorante in vico Napolitano (tel. 0932.75.12.86), dove la cucina tradizionale è rivisitata con maestria. Le delizie di Modica, però, non appagano solo il palato: è una città ricca di arte e di storia, con una pittoresca parte alta che s’inerpica sui fianchi di uno sperone roccioso, dominata dalla settecentesca chiesa di San Giorgio e dalla sua scenografica scalinata di 245 gradini. Ai piedi dello sperone roccioso, Modica Bassa è tagliata a metà da corso Umberto I: da una parte la chiesa di San Pietro, con un’ampia scalinata barocca animata dalle statue dei 12 apostoli; dall’altra la chiesa di Santa Maria di Betlem, con all’interno la preziosa Cappella del Sacramento, splendido esempio di architettura tardo gotica - rinascimentale. Merita, infine, una visita la casa di Salvatore Quasimodo, in via Posterla (tel. 0932.75.38.64), con alcuni ricordi del poeta e una piccola biblioteca originale.
Da Modica, la via del barocco porta a Scicli, un piccolo centro fuori dai soliti itinerari turistici, incastonato tra alte pareti di roccia, gole e grotte di origine carsica. Ammirata la facciata di Palazzo Beneventano, espressione di quella fantasia visionaria che nel Settecento animava artisti e architetti siciliani, si riprende a pedalare verso il mare, inebriandosi di sole e di vento, fino a raggiungere il porto di Pozzallo. Da qui, il quarto giorno, ci si spinge lungo la strada costiera fino all’estrema punta meridionale della Sicilia, il Capo delle Correnti. Quindi, si fa tappa a Marzamemi, borgo marinaro dall’atmosfera vagamente araba, con gustosi ristoranti di pesce e un agriturismo ad attendere per la notte l’arrivo dei cicloturisti. La mattina dopo, risalendo la costa verso nord, la prima tappa è l’oasi naturale di Vendicari. A piedi, poiché è d’obbligo lasciare la bici all’entrata del parco, si esplorano pantani e paludi popolate da aironi, fenicotteri, uccelli migratori. E arrivati alla spiaggia, se il clima lo permette, si può fare il bagno in un mare di cristallo. Rimontati in sella, si prosegue per Noto, non una città, ma un museo a cielo aperto fatto di merletti di pietra, decori visionari, sontuose facciate. Entrando dalla Porta Reale, costruita nel 1838 in onore di Ferdinando II di Borbone, è tutto un susseguirsi di chiese dalle imponenti scalinate, come San Salvatore, San Domenico e il convento di Santa Chiara. A far da cornice, palazzi grandiosi: fra gli altri, palazzo Ducezio, con lo splendido Salone degli Specchi, e palazzo Villadorata, con sei balconi sostenuti da putti, sirene, cavalli, grifoni.
Per una sosta, la pasticceria La vecchia fontana, in piazza Immacolata, è famosa per la granita alle mandorle bianche e la torta alla ricotta e pistacchi. (cfr. fotogallery)
Gli ultimi due giorni del viaggio sono dedicati a Siracusa, la cui storia lunga e gloriosa, che si rifletta nella strabiliante varietà degli stili architettonici, fa passare in secondo piano tutte le altre città siciliane.
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