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Provincia di Ragusa 
 
 
 
 
 
 
 
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Provincia di Ragusa
Provincia_di_Catania-Stemmastemma di ragusa
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La provincia di Ragusa ( pruvincia di Rausa in siciliano) è una provincia della Sicilia di 318.478 abitanti. Ha una superficie di 1.614 km quadrati e una densità abitativa di 196 abitanti per km quadrati piazzandosi al settimo posto, per numero di abitanti, fra le nove province siciliane. Assieme a quella di Siracusa è la provincia più meridionale della Sicilia e confina con le province di Siracusa, Catania e Caltanissetta mentre la sua parte meridionale si affaccia sul mar Mediterraneo. L'istituzione della provincia risale al 1927, durante il periodo fascista.  
Una corretta lettura delle caratteristiche principali di Ragusa deve porre all'attenzione due importanti fattori: il terremoto del 1693 e il rapporto della città con il territorio circostante. Il terremoto perché ha caratterizzato una ricostruzione bipolare della città : Ragusa "supera" cioè la città dell'altopiano, quella di nuova urbanizzazione post-terremoto, e Ragusa "iusu" cioè Ibla, riedificata quasi totalmente sul vecchio impianto medioevale. Il rapporto città-territorio, invece, permette di cogliere la prerogativa dei suoi abitanti, fortemente legati alla cultura dell'ambiente per tradizioni contadine che traggono forza e rilievo sin dal Quattrocento con l'istituto dell'enfiteusi. Questo connubio ha determinato nei secoli una omogenea cultura e una forte identità della popolazione che è oggi rappresentata come 'un'isola nell'isola'. 
Le tracce di insediamenti nei dintorni della collina di Ibla si datano dal III millennio a.C. e con maggiore continuità dai secoli IX-VII a.C. La felice posizione geografica permette ai Siculi di fondarvi una roccaforte a difesa del corso fluviale dell'Irminio. La "Hibla Heraria" delle fonti lega il suo sviluppo alla colonia greca di Kamarina, stabilendo legami economici e commerciali che le consentono di mantenere l'indipendenza dai dominatori greci.  
Occupata prima dai romani e successivamente dai bizantini (sec. IV), Ibla viene difesa da questi ultimi con una cinta muraria. Dall'848 sotto il dominio degli arabi, la struttura del territorio subisce una forte trasformazione: la campagna viene ripopolata e vengono innestate nuove colture con nuovi sistemi di coltivazione. Nel 1091 Goffredo il Normanno, figlio di Ruggero, secondo la tradizione, vi trasferisce una colonia di cosentini, che si insediano alle pendici dell'altopiano, fuori dalla città murata, dove altri quartieri si erano già formati.  
Dal sec XIV la contea di Ragusa viene unita alla contea di Modica. All'interno dello spazio urbano la città è occupata da numerosi ordini religiosi. La concessione dell'enfiteusi a partire dal 1452, ad opera del conte Cabrera, costituisce un'importante tappa per la trasformazione del territorio e della città. Dal 1693, dopo il terremoto che devasta la Sicilia orientale, Ragusa e Ibla diventano centri storici della stessa città, costrette dalla geografia e dalla politica a convivere. Il terremoto, qui come altrove in Sicilia, mise in evidenza problemi che erano diventati pressanti: sovrappopolazione, isolamento rispetto ai nuovi assetti del territorio, ricerca di nuove aree edificabili. Per sagomare la nuova città occorsero vari decenni e altrettanti per completare la ricostruzione di Ibla, dissanguata dall'emorragia della popolazione più dinamica. Il limite tra i due centri è costituito dalla chiesa di S. Maria delle Scale, comprendendo nel territorio di Ibla i popolari quartieri che si trovano alle falde dell'altopiano. 
Con la ricostruzione di Ibla nel corso del '700 e dell'800 si consolida un impianto più ricco di chiese e palazzi nobiliari, ma soprattutto più armonioso nella sua architettura minore che satura tutte le aree modificabili, inglobando anche i relitti delle vecchie mura di cinta. Il nuovo centro, invece, più povero di caratteri monumentali, si espande sull'altopiano.