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E' bellissimo respirare l’area del maestro nella bottega a Siracusa dove furono create le realizzazioni meravigliose, dove si possono leggere i contenuti artistici, ammirare le splendide bellezze semplici e complesse, gustare gli effetti armoniosi di grande impatto e suggestione della sua grafica ed elevano il visitatore a grandi emozioni, dal più disattento al più esperto.
Già mentre la porta si apre ed entri il profumo artistico ti invade. Le luci si accendono e lentamente si riscaldano, illuminando una ad una tulle le opere. Si crea in te, umile visitatore, una voglia incontenibile di ricerca e visioni speciali.
Mentre vaghi nella bottega sei affascinato dalla semplicità del posto che contrasta con la grandezza di ogni sua opera grafica e scultorea, che da una parte rasserena l’osservatore mentre dall’altra lo inquieta perché fa crollare le sue certezze, facendolo sentire piccolo dinnanzi al “Maestro”.
Posando lo sguardo su questa o quella opera ti accorgi che sono ricche di messaggi in grado di donarti tantissimo. E sta qui la grandezza del nostro artista.
Tra le tradizioni artistiche della Sicilia abbiamo un Bellini per la musica, un Antonello per la pittura, un Verga per la letteratura, un Mortoglio per la cinematografia, un Quasimodo per la poesia e un Pirandello per il teatro. Ma anche nella scultura abbiamo una tradizione non meno nobile in cui si inserisce degnamente Salvo Monica da Ispica, che non solo crea opere scultoree e grafiche, ma è anche poeta.
Proseguendo per la bottega, mirabile è la vista degli attrezzi del “Maestro” posti con cura vicino al suo tavolo da lavoro. Li senti ancora caldi del palmo della mano che con sicurezza e capacità li ha guidati nella realizzazione delle sue opere. Un’operatività infaticabile guidata dalla sua fede nell’arte come espressione di un vita interiore intensa e travolgente.
Anche il tavolo da lavoro, con il basco ed il camice ancora distesi sulla sedia, esprime forme, volumi, interessi che mescolano il sangue di chi li osserva. Tutto sembra ancora una realtà vivente con il metro che pazienta l’attesa, la radio che attende di riempire i silenzi del maestro, i libri che desiderano essere scelti, le penne riposte che sanno di “Lui” e l’immagine che lo realizza o lo rende presente allo sguardo del visitatore.
Improvvisamente, mentre sei preso da tante forme, ritratti, marmi, bronzi ed altro ti accorgi che un messaggio il “Maestro” lo manda: la sua opera nasce dal classico ed evolve nel moderno tramite una continua evoluzione da “Lui” cercata, voluta, desiderata e fortemente spiritualizzata.
Quando, poi, le luci si spengono e negli occhi del visitatore rimane solo il ricordo di quanto ammirato dentro la bottega, ti esplode chiaro e netto il senso dell’improvviso che trasferisce Salvo Monica in tutto ciò che crea, attraverso una lenta meditazione ed assoluta autocritica.
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