L'Etna viene definito da Fulco Pratesi "...il più grande laboratorio naturalistico che esista al mondo". L'Etna è il vulcano attivo più grande d'Europa. La sua base ha una forma quasi ovale di circa 1600 km (2), con l'asse maggiore in direzione Nord-Sud lungo circa 60 km e quello minore in direzione Est-Ovest di circa 40 km. Il suo volume è intorno ai 500 km (3).
Il perimetro di 150 km è segnato dai fiumi Simeto e Alcantara e, per circa 30 km, dal Mar Ionio. A Sud, la piana di Catania separa il vulcano dai monti Iblei, più antichi e di origine vulcanica, a Nord confina con i Monti Peloritani, costituiti prevalentemente da rocce granitiche.
L'intero edificio può essere considerato come la successione di coni sviluppatisi uno sopra l'altro, intorno a uno stesso punto di risalita del magma. Data la successione di differenti coni uno sull'altro, costruiti da fasi eruttive diverse, la struttura interna del cratere di Nord- Est è particolarmente complessa.
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Come si è formato l'Etna.
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Intorno a 130 milioni di anni fa l'Africa, spinta dalla dilatazione dell'Atlantico meridionale, si avvicinava all'Europa, chiudendo lentamente l'oceano Tetide che esisteva tra i due continenti.
Circa 80 milioni di anni fa, mentre l'Atlantico si allargava e l'Africa continuava a muoversi verso Nord-Est, l'oceano Tetide era praticamente scomparso e i bordi irregolari dei due continenti si trovavano uno di fronte all'altro.
Il profilo settentrionale dell'Africa presentava una grossa sporgenza, o una serie di isole, che si frapponevano tra i due margini. Questi isolotti, o questa penisola, compressi tra le due placche continentali, sono in parte la futura Italia.
In base alla teoria della tettonica a zolle, i vulcani si formano prevalentemente quando la litosfera terrestre subisce fenomeni di compressione o di distensione. Nel primo caso, una zolla è spinta fino a incunearsi sotto un'altra e sprofonda nel mantello, mentre nella distensione una zolla si rompe lungo una frattura e si formano due pezzi di litosfera che si allontanano uno dall'altro.
I movimenti delle zolle provocano variazioni fisiche (pressione, temperatura, ecc.) che favoriscono in profondità la formazione di magmi e la loro risalita verso la superficie. I magmi hanno caratteristiche diverse e, in particolare, quelli eruttati nelle zone in distensione sono di composizione prevalentemente basaltica.
Le eruzioni siciliane, sia quelle più antiche degli Iblei (iniziate circa 10 milioni di anni fa), che quelle dell'Etna, hanno prodotto magmi con caratteristiche vicine a quelli che si formano nelle aree in distensione, benché la Sicilia si trovi in una zona in compressione.
Questa particolarità potrebbe essere giustificata con la formazione di fratture, perpendicolari alla spinta compressiva, che tendono ad allargarsi e a creare zone in distensione inserite in una più ampia area di compressione.
La zona del margine orientale della Sicilia risponde alla spinta dell'Africa fratturandosi e favorendo in questo modo la risalita di magmi stagnanti in profondità che hanno formato i vulcani degli Iblei e dell'Etna. Le isole vulcaniche dell'arco delle Eolie, così come il sollevamento che forma i Monti Peloritani, sono invece conseguenza di fenomeni di compressione e subduzione.
L'attività vulcanica nell'area etnea inizia in epoche geologiche relativamente recenti, tra 700.000 e 500.000 anni or sono e si sviluppa attraverso varie fasi.
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1 - Attività pre-etnea
L'attività vulcanica il cui inizio è datato intorno a 700.000 anni fa avviene all'interno di un golfo (golfo pre-etneo) che si estendeva dai Monti Peloritani agli Iblei. Tutta l'area siciliana, compreso il golfo pre-etneo, aveva cominciato a sollevarsi a partire da circa 1 milione e 700 mila anni fa.
Le prime eruzioni sono prevalentemente sottomarine e avvengono all'interno del golfo pre-etneo già ridimensionato dal sollevamento e dall'emersione di parte delle argille che ne ricoprivano il fondo. Il sollevamento dell'area continua fino a che le eruzioni avvengono sopra il livello del mare e si espandono sopra i depositi di argille.
Le eruzioni dette pre-etnee sono quelle avvenute prima della costruzione dell'edificio dell'Etna vero e proprio, in un arco di tempo compreso tra 700.000 e 200.000 anni fa. Si tratta di eruzioni basaltiche, i cui prodotti si vedono ancora in parte lungo i bordi dell'attuale edificio a Sud-Est e a Sud-Ovest. Queste eruzioni, sporadiche e intervallate da fasi di stasi, hanno formato piccoli vulcani e dato luogo a colate di lave molto fluide. Le eruzioni sottomarine formano accumuli di blocchi di lava rotondeggianti e fratturati che vengono chiamati lave a cuscino o pillow lava. Insieme a questi si trovano depositi di materiale vetroso (ialoclastiti) derivante dal magma raffreddato rapidamente al contatto con l'acqua o accumuli di pezzi di pillow fratturati (brecce).
Le prime eruzioni pre-etnee su terraferma sono testimoniate nella zona di Aci Castello da strati di cenere interstratificati alle argille del fondo marino. Le eruzioni si sono succedute con colate di lava, visibili per oltre 15 km a Sud-Ovest del vulcano, dove sono state tagliate ed erose dal fiume Simeto.
Alcune eruzioni pre-etnee sono avvenute da vulcani isolati, di cui due sono ancora visibili a Motta S. Anastasia e a Paternò. I loro resti, messi in evidenza dall'erosione, formano piccoli rilievi.
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2 - Etna primordiale o antico
L'ossatura dell'Etna si forma in un periodo compreso tra circa 150.000 e 80.000 anni fa. Questo primo apparato, denominato Etna antico o primordiale è formato da colate di lava, da prodotti di eruzioni esplosive e da depositi rimaneggiati. E' una fase poco conosciuta della vita dell'Etna, essendo i prodotti in gran parte ricoperti da quelli dell'attività successiva.
Dopo le eruzioni dell'Etna primordiale e fino a circa 25.000 anni fa, numerosi centri eruttivi si formano uno sopra l'altro innalzando e allargando sempre di più la forma del vulcano. I centri eruttivi di questa lunga fase, la cui ricostruzione è possibile grazie alla scarpata della Valle del Bove che ha sezionato un fianco dell'Etna, vengono suddivisi in antichi, intermedi e del Mongibello.
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Il Mongibello è un grosso cono che copre la zona centrale dell'attuale massiccio dell'Etna e ne comprende più di un terzo del volume. Si tratta del centro eruttivo più recente ed è sede delle bocche sommitali attuali. La vita di questo apparato può essere suddivisa in più fasi: Mongibello antico e Mongibello recente, separate dalla formazione della caldera del Cratere Ellittico e Mongibello moderno, rappresentata dalle eruzioni storiche.
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