Montalbano e la costierabarocca
Duomo San Giorgio (Modica)
Chiesa di Montevergini (Noto)
Duomo San Giorgio (Ragusa)
Santa Maria delle Scale (Ragusa)
Punta Secca (Ragusa)
Donnafugata (itinerari Ragusa)
Via F. Mormino Penna (Scicli)
Sampieri (Scicli)
Donnalucata (Scicli)
PROGETTO ARCHIMEDE
energia elettrica
dal sole
I FUSILLI E I BROCCOLI "RRIMINIATI" DI MONTALBANO
Tempo di preparazione: 30 min.
Ingredienti x 4 persone:
400 gr. di fusilli
600 gr. di cavolo romanesco
200 gr. di pomodorini
20 gr. di pinoli
30 gr. di uvette
2-3 scalogni
pecorino pepato (allo zafferano)
olio extavergine di oliva
sale e pepe macinato
Preparazione:
stufate gli scalogni affettati finemente in una padella con 4 cucchiai di olio. Salateli e unite pinoli, uvette ed i pomodorini tagliati a metà. Cuocete a fuoco vivace per 5 min., salate, pepate. Cuocete a parte i fusilli con il cavolo diviso in cimette, scolate e ripassate la pasta in padella con il sughetto agrodolce. Terminate con scaglie di pecorino pepato ed un filo di olio crudo.
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Dalla penna di Camilleri il film "la scomparsa di Pato".
Giugno 2010: tratto da un romanzo di Andrea Camilleri, "La scomparsa di Patò" è l'ultima fatica cinematografica del regista Rocco Mortelliti. La vicenda è ambientata a fine ottocento, in un paesino siciliano dove viene messa in scena la Passione di Cristo. Il ragioniere di banca Antonio Pato' interpreta la parte di Giuda, ma alla fine dello spettacolo scompare misteriosamente...Ad interpretare Pato' è l'attore Neri Marcorè, in un cast che annovera nomi del calibro di Nino Frassica, Maurizio Casagrande e Simona Marchini.
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Montalbano raccontato dal regista Alberto Sironi
Grande affabulatore Alberto Sironi, padre del Montalbano televisivo. Sa raccontare a parole come racconta con la macchina da presa. Intervenuto ad Amor di libro, nel giorno dell'uscita dell'ultima creatura di Andrea Camilleri ("La paura di Montalbano", Mondadori ), ha portato un pezzo dell'immaginifica Vigàta nel profondo nord. Sironi ama profondamente Andrea Camilleri scrittore, il senso morale e l'universo umano che scaturiscono dai suoi racconti. «È un uomo straordinario, con un senso di rispetto per la legge non comune. Il fatto che sia arrivato al successo così tardi è la dimostrazione che nella sua vita non ha cercato scorciatoie».
Forse è un'esagerazione dire che Zingaretti era un predestinato, così come il successo del commissario. Certo è che la loro nascita e i loro destini hanno percorsi anomali e intrecciati.«Camilleri ha iniziato a scrivere Montalbano in una situazione drammatica, quando si trovava al capezzale del padre malato. Luca Zingaretti invece faceva il calciatore professionista, ma il richiamo dell'amore è stato più forte. Si è trasferito a Roma e qui lo hanno iscritto all'accademia di arte drammatica. E come insegnante aveva proprio Andrea Camilleri. Magari durante le lezioni si saranno pure incontrati e avranno parlato».
È convinto che non sempre il cinema sia figlio della letteratura e che questa presunta "sudditanza" non sia legittimata nemmeno dalla storia. «Quando un film è tratto da un libro la tendenza è quello di sminuirlo. È un'abitudine, un atteggiamento sbagliato. Camilleri scrive così anche perché ha masticato molto cinema. Il suo è un percorso al contrario è figlio della celluloide e non della letteratura. Prendiamo ad esempio "Ladri di biciclette" di De Sica. Pochi sanno che è tratto da un romanzo di Luigi Bartolini, che non ebbe un gran successo. Insomma un romanzo normale che sarebbe passato inosservato se il grande regista non lo avesse tradotto in un capolavoro cinematografico. Oppure prendiamo "Miracolo a Milano", tutti parlano di Zavattini, ma il vero miracolo è stato quello di De Sica, che ha fatto un film apprezzato solo molto tempo dopo. Quel film ha fatto scuola e non solo in Italia. Pensate alla scena finale di E.T. di Spielberg, quando le biciclette prendono il volo. È un'idea ripresa da "Miracolo a Milano"».
Sironi ha voluto fortemente la regia di Montalbano, ha lottato con i produttori, "non per farli fallire" ma per ottenere la qualità. Ha imposto la scelta del cast quasi tutto siciliano, senza nomi roboanti. «Già Billy Wilder diceva che se i registi non hanno una bella storia è impossibile fare un buon film, infatti i film non si fanno da soli ma con gli sceneggiatori, i musicisti, i costumisti, i truccatori e noi abbiamo davvero il meglio. Il successo di questo personaggio è dovuto anche ad attori straordinari, caratteristi che lo sorreggono nella storia, senza i quali il racconto perderebbe ritmo e interesse». Catarella (Angelo Russo), l'esperto d'informaticcia che bisticcia con le parole, è proprio così. «La Sicilia è piena di compagnie dialettali che hanno attori straordinari. Io per ogni puntata ho scelto persone diverse. Ho rifiutato nomi famosi, ho voluto la gente del posto, con tutta la fatica che questo comporta, perché vuol dire fare provini per una settimana intera, provare seicento persone, per trovare un viso adatto alla parte».
E' uscito il 20 maggio 2010 il nuovo romanzo del Commissario Montalbano, "La caccia al tesoro" (edito da Sellerio).<<Il libro si apre con i fratelli Gregorio e Caterina Palmisano, che, presi da manie sacre, si sono asserragliati in casa e accolgono i poliziotti che si presentano alla loro porta a colpi di pistola. Ma non e' la sola sorpresa: la casa fa spavento per lo stato d'abbandono e per la selva di crocifissi mentre sul letto di Gregorio viene trovata una bambola gonfiabile, lacera, quasi senza capelli e priva di un occhio>>.
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Salvo Montalbano
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News
Nuovi episodi del Commissario Montalbano a La Marinella (Punta Secca)
Dal 15 aprile 2013 andranno in onda Il sorriso di Angelica, Il gioco degli specchi (22 aprile),Una voce di notte (29 aprile) e Una lama di luce (6 maggio). Il primo episodio parla dell’incontro del Commissario Montalbano con Angelica, una bellissima ragazza che lo fa indagare su una vasta serie di furti. Nel secondo episodio deve fare i conti con bombe carta e lettere anonime, messo sulla loro pista dalla vicina di casa. Nel terzo episodio si va a scontrare con il colluso potere politico. Nel quarto, invece, una donna vuole eliminare il marito mentre Montalbano si trova a dover fronteggiare l’improvvisa depressione della sua compagna Livia.
La fiction nel 2013 festeggia 14 anni. Sono 26 gli episodi andati in onda e la serie ha avuto talmente tanto successo che è stata acquistata anche dalla BBC. Il segreto sta nel mescolare ad un bellissimo paesaggio siciliano, una trama che coinvolge lo spettatore, senza però utilizzare quegli effetti speciali spesso tipici del giallo televisivo come sparatorie e inseguimenti. Montalbano è un Commissario vecchia maniera ed è proprio per questa sua caratteristica che milioni di spettatori gli si sono affezionati, tanto da seguirlo per 14 lunghi anni di indagini.
Al fianco di Montalbano troveremo sempre Mimì (Cesare Bocci), Fazio (Peppino Mazzotta), Catarella (Angelo Russo) mentre Livia, la storica fidanzata del Commissario, non sarà più interpretata dall’austriaca Katharina Bohm ma dalla svedese Lina Perned.
"Credo che Montalbano - ha rimarcato Giancarlo Leone, direttore di Rai1 - con queste ultime quattro puntate supera di gran lunga, per numero di episodi, le serie storiche della Rai, come il 'Maresciallo Rocca' di Gigi Proietti". In questa serie, infine, viene introdotta una novità: sarà lo stesso Camilleri a raccontare in pochi minuti, di settimana in settimana, la genesi dei romanzi da cui sono tratte le fiction.
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Il Commissario Salvo Montalbano, della Polizia di Stato, è il protagonista di una fortunata serie di romanzi e racconti pubblicati dallo scrittore siciliano Andrea Camilleri per le case editrici Sellerio e Mondatori, caratterizzati dall'uso di un italiano fortemente contaminato da elementi del dialetto siciliano e da una ambientazione siciliana particolarmente curata.
Montalbano svolge il suo lavoro presso il commissariato di Vigata, cittadina sul mare in provincia di Montelusa (due nomi di fantasia che corrispondono in realtà rispettivamente a Porto Empedocle e Agrigento). I suoi più stretti collaboratori sono il suo vice Domenico Augello, amico "fimminaro" che chiama affettuosamente con il diminutivo di Mimì, l'ispettore Fazio, solerte, efficientissimo e di grande aiuto nella ricerca di indizi, l'agente Catarella, l'agente centralinista tonto e simpatico.Montalbano ha una fidanzata, Livia, che vive a Boccadasse, una frazione del comune di Genova, e che appare nei romanzi come filo rosso sempre presente nella sua vita.
Montalbano è un commissario sui generis, di grande ingegno e con innata abilità nel dipanare intrighi complicati e difficoltosi. Tuttavia non è indenne da difetti macroscopici e caricaturali, come la sua debolezza per la buona cucina e l'attaccamento quasi morboso alla sua terra. Con grande abilità riesce a districarsi nella burocratica macchina dell'apparato statale, servendo lo Stato con grande lealtà e non lesinando critiche feroci ai suoi colleghi per comportamenti poco onorevoli. Si delinea una personalità bivalente: da un lato l'irreprensibile funzionario di Pubblica Sicurezza e dall'altro l'uomo con i suoi vizi e le sue virtù.
Dopo aver venduto più di 2 milioni di copie dei libri di cui è protagonista, il commissario Montalbano ha ricevuto ulteriore fama dalla serie televisiva, trasmessa dalla RAI, in cui viene interpretato da Luca Zingaretti.
La fiction televisiva che ha riscosso tanto successo è stata, però, prevalentemente girata in provincia di Ragusa, regalando a tutto il mondo uno scorcio inconsueto e nuovo di quella provincia definita da molti l'isola nell'isola. La casa del Commissario si trova nel territorio di Santa Croce Camerina.
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EPISODI TELEVISIVI
Il ladro di merendine
Il commissario Montalbano indaga sulla morte del ragioniere Lapecora, a cui riesce a collegare una donna marocchina scomparsa con il figlio, il piccolo François, che dopo la morte della madre il commissario ospiterà a casa sua.
La voce del violino
L'indagine è concentrata sulla morte di Michela Licalzi, trovata nuda e uccisa per soffocamento. Indiziato principale è un ragazzo che provava un sentimento morboso verso la signora. Oggetto al centro della vicenda è un violino molto pregiato e costoso.
La forma dell'acqua
Nella “Mánnara” due netturbini ritrovano nella sua macchina il cadavere dell'ingegner Luparello. Principale indiziata dell'omicidio è la svedese Ingrid grazie alla quale invece il commissario scopre che la volevano incastrare e il vero colpevole è un altro.
Il cane di terracotta
Il commissario riceve la confessione di un pentito (Tanu 'u Greco), sulla sua attività e sul nascondiglio di un arsenale di armi in una grotta. In questa grotta dopo che sono state portate via le armi trova due scheletri accanto ai quali c'è un grosso cane di terracotta. Dopo che l'esame sugli scheletri porta a sapere che sono stati uccisi, il commissario decide di investigare anche se sono passati cinquant'anni dall'avvenimento.
La gita a Tindari
Arriva dal commissario un signore disperato perché non ha più notizie dei suoi anziani genitori. L'ultima volta erano stati visti un pullman durante la gita che avevano fatto a Tindari, durante la quale avevano mostrato dei comportamenti strani. Stranamente davanti alla casa della coppia viene trovato morto un giovanotto che abitava anche lui in quel luogo.
Il tocco d'artista
Un artista orafo, costretto su una carrozzella, viene trovato morto dalla nipote; subito si sospetta di suicidio visto il particolare meccanismo che provoca la morte, ma la storia che lega l'artista a suo fratello riporta a galla una vicenda di molti anni addietro.
Gli arancini di Montalbano
Siamo a fine anno e il commissario non avrebbe proprio voglia di andare a Parigi con Livia, tanto è che viene invitato da Adelina, la signora che gli prepara i pranzi e gli sistema la casa, contenta di poter festeggiare la fine dell'anno con i due figli che sono contemporaneamente fuori di prigione. L'indagine riguarda la morte di una coppia precipitata in una burrasca; il commissario troverà il colpevole ma dalla vicenda non rimane fuori uno dei figli di Adelina, che il commissario fa scarcerare momentaneamente per farla contenta, e poter quindi assaporare i suoi prelibati arancini.
Il senso del tatto
Il commissario indaga sulla morte di Enea Piccolomini, un signore cieco, morto per la somministrazione di una dose eccessiva del medicinale che prendeva. La vicenda ha risvolti imprevisti. Con la sua Livia e il cane del Piccolomini va sull'isola di Levanza ufficialmente per godersi un paio di giorni di riposo, in realtà per parlare con la sorella del Piccolomini che gestisce una locanda sul posto e la vacanza diventa presto l'opportunità per approfondire le ricerche.
L'odore della notte
Il ragioniere Gargano è scomparso e con lui tutti i soldi che molti cittadini di Vigata gli avevano affidato sperando di investirli fruttuosamente. Insieme a lui anche un giovane che lo aiutava nell'attività non ha lasciato traccia. Il commissario quindi può contare su due donne che lavoravano con il ragioniere Gargano; la prima è una studentessa che aveva intuito che qualcosa non quadrava, l'altra invece è convinta dell'innocenza del ragioniere.
Il gatto e il cardellino
A Vigata nell'arco di pochi giorni tre vecchiette vengono assalite da un ladro su una moto con il casco, che spara ma non riesce mai ad uccidere. Il commissario scoprirà che sparava a salve solo per creare dei precedenti per uccidere poi veramente una ricca signora. Questa signora teneva molto a cuore il suo gatto e il cardellino, grazie ai quali il commissario scopre come sono in realtà andate le cose.
Il giro di boa
Il commissario non passa un bel momento disturbato dalle notizie che provengono da Genova, pensa addirittura alle dimissioni dalla polizia. Intanto partecipa alla arrivo di una barca di clandestini tra i quali c'è un bambino che tanto gli ricorda François. Poco giorni dopo scopre che quel bambino ha perso la vita, e lui poteva certamente evitargli questa fine, visto che aveva notato la resistenza che il bambino provava verso la “madre”. Poi si trova a cercare di dare un'identità ad un cadavere da lui stesso ritrovato nel mare davanti alla sua casa di Marinella.
Par condicio
Il commissario da una parte si trova a gestire l'inasprimento dei rapporti delle due grandi famiglie mafiose di Vigata (Sinagra e Cuffaro), dall'altra è impegnato nella ricerca di una ragazza straniera; seguendone le tracce si inoltra nella campagna siciliana.
La pazienza del ragno
Su una strada fuori Vigata viene trovato lo scooter abbandonato di una ragazza che in quel periodo sta passando un momento difficile per la depressione della madre, ormai in fin di vita. Il Commissario trova nel suo fidanzato un valido aiuto per diradare le ombre su quello che sembra subito uno strano rapimento.
Il gioco delle tre carte
pere che il capomastro era un collaboratore di un giovane imprenditore edile che, vent'anni prima, era stato accusato e condannato per l'omicidio del suo socio e marito della sua amante; l'imprenditore era stato scarcerato poche settimane prima. Nel frattempo uno straniero misterioso viene trovato ucciso da un colpo di pistola alla nuca non lontano da un casolare isolato. Grazie all'insistenza del cugino dell'imprenditore il Commissario Montalbano inizia a sospettare che fra la morte del capomastro e la scarcerazione dell'imprenditore vi sia un legame. Lentamente la complessa storia si dipana rivelando che anche il misterioso straniero è coinvolto nella ventennale storia d'amore e d'affari.
Il campo del vasaio
Questa volta a svegliare il commissario Montalbano in ore antelucane non è il solito Catarella che al telefono lo avverte del ritrovamento del solito mortammazzato, ma un insistente bussare alla porta di casa. Apre la porta e si trova di fronte il signor questore Bonetti-Alderighi che, disperato e piangente, chiede di essere nascosto. Ormai il lettore a questo punto del racconto ha capito che il commissario sta sognando.
L'indagine, già complicata per l'impossibilità di identificare il cadavere ritrovato, diviene ancora più intricata per la denuncia da parte della bellissima Dolores della scomparsa del marito, ufficiale marittimo, imparentato con la famiglia mafiosa di Balduccio Sinagra. Tra la ricerca del marito scomparso, le stranezze di Mimì e vecchi rituali mafiosi la fiducia di Montalbano verso le persone a lui più care vacilla come non mai...
L'età del dubbio
Il commissario Montalbano fa un sogno insieme tragico e ridicolo ma che rivela come i due pensieri fissi degli ultimi anni lo accompagnino anche nel sonno: l'idea della morte e la sua relazione con Livia. Nel sogno si sta svolgendo il suo funerale e che sia morto glielo annuncia lo stesso Catarella a cui di solito è affidata questa comunicazione funebre dei morti ammazzati su cui si dovrà indagare.
Il forte rumore che sveglia Montalbano è causato dal temporale che agita il mare fino a lambire il terrazzino della sua casa. Il mare e il porto di Vigata diventano ora protagonisti in sottofondo della nuova indagine di Montalbano che riguarda due imbarcazioni ormeggiate una a fianco dell'altra: un potente motoscafo e il "Vanna", un lussuoso yacht il cui equipaggio ha trovato in mare un canotto con a bordo un uomo morto per avvelenamento.
Montalbano insospettito chiederà la collaborazione alle indagini di un ufficiale della capitaneria di porto: Laura, una bellissima e intelligente giovane che farà perdere la bussola al commissario che si innamorerà, fortunatamente e inaspettatamente riamato, come un adolescente appassionato e geloso colpito dal classico colpo di fulmine.
La danza del gabbiano
Un Montalbano disilluso, sempre più vecchio nell'animo più che nel corpo, deve affrontare la sparizione di un amico: l'ispettore Fazio. Ancora una volta la nottata è stata "tinta": il commissario ha deciso di lasciar perdere di tentare di dormire e si è alzato che è appena l'alba. Con il consueto "cicarone" di caffè è poi andato sulla veranda a scrutare il mare e il tempo che si annuncia della giornata quando la sua attenzione viene colta da un gabbiano morente sulla spiaggia. È la raffigurazione quella del gabbiano di una danza o piuttosto di un dibattersi della vita che non vuole abbandonare un corpo morente.
La crisi di Montalbano si fa sempre più profonda: è dal romanzo Il giro di boa, quando è stato ferito, che il pensiero della vecchiaia e della morte non lo ha più abbandonato. Ma questa volta avrà modo di scacciare questi pensieri tristi: ha accanto a sé Livia con cui sta per recarsi in vacanza. Giusto una scappata in commissariato per dare le ultime disposizioni ai suoi uomini. Ma manca Fazio: non è rientrato in casa, il suo cellulare non risponde...
La caccia del tesoro
Nel commissariato di Vigata non c'è proprio niente da fare. Catarella s'impegna senza speranza nella soluzione di cruciverba e rebus e Montalbano leggicchia un romanzo di Simenon quando è inopitatamente costretto a recitare la parte alla Bruce Willis in un film americano. In un vecchio palazzo abitato da due anziani bigotti, i fratelli Gregorio e Caterina Palmisano, le manie religiose sono ormai arrivate al culmine della pazzia. Il vecchio allucinato si è messo a sparare dalla finestra e Montalbano, a sfida del suo sentirsi ormai vecchio, arrampicandosi pericolosamente su per una scala dei pompieri riesce a rendere inoffensivo il vecchio pazzo. Nel palazzo fatiscente, in una foresta di crocefissi di ogni fattura illuminata da innumerevoli lumini, Montalbano crede di aver scoperto una giovane uccisa ma si accorge che si tratta di una consunta bambola gonfiabile ormai malridotta dal prolungato uso, senza un occhio e con un buco riparato alla meglio.
Ricoverati i due fratelli, l'inerzia sembra tornata nel commissariato di Vigata quando giunge la notizia di un cadavere ritrovato in un cassonetto. Non è il corpo di una vittima ma una bambola identica a quella rinvenuta nel palazzo dei fratelli Palmisano. In quegli stessi giorni il commissario aveva ricevuto una strana corrispondenza anonima dove lo si sfidava con indovinelli in versi ad una caccia al tesoro che per curiosità e perché non aveva altro da fare aveva accettato. Ora gli nasce il sospetto che il gioco nasconda qualcosa di strano e di folle. Purtroppo il suo fiuto da "sbirro" non lo inganna.
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Andrea Camilleri
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Nato a Porto Empedocle (Agrigento) nel 1925 , Andrea Camilleri vive da anni a Roma. Regista, autore teatrale e televisivo,ha scritto saggi sullo spettacolo. Sin dal '49 lavora come regista e sceneggiatore; in queste vesti ha legato il suo nome alle piu' note produzioni poliziesche della tv italiana: quelle che avevano come protagonisti il tenente Sheridan e il commissario Maigret. Col passare degli anni ha affiancato a questa attivita' quella di scrittore; e' stato autore infatti di importanti romanzi di ambientazione siciliana nati dai suoi personali studi sulla storia dell'isola. Il grande successo e' poi arrivato con l'invenzione del Commissario Montalbano, protagonista di romanzi che non abbandonano mai le ambientazioni e le atmosfere siciliane e che non fanno alcuna concessione a motivazioni commerciali o a uno stile di piu' facile lettura.
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Luca Zingaretti
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Nato a Roma l'11 novembre 1961, dopo aver frequentato l'Accademia d'Arte Drammatica, nei primi anni '80 esordisce a teatro, sotto la guida di registi come Luca Ronconi, Marco Mattolini e Sandro Sequi con i quali rappresenta, tra gli altri, Shaw, Gorkij, Cechov e Fassbinder.L'esordio nel cinema è con Gli occhiali d'oro (Giuliano Montaldo, 1984), presto seguito da quello televisivo ("Il giudice istruttore", Florestano Vancini e Gian Luigi Calderone, 1990). Dopo essersi imposto come uno dei più validi giovani interpreti teatrali, nel 1994 risulta particolarmente convicente nel ruolo di Ottorino, il violento e brutale componente de Il branco (Marco Risi), con cui inaugura sul grande schermo la sua galleria di "cattivi". Due anni dopo è Sergio, l'impietoso usuraio di Vite strozzate (Ricky Tognazzi, 1996), tanto più crudele e implacabile quanto più dimostra pulsioni e conflitti psicologici. Con la sua testa calva, la prestanza fisica, una recitazione asciutta ed essenziale, domina tutto il film. Compreso Vincent Cassel che è la vittima predestinata dei suoi turpi piani, insieme alla bella moglie, Sabrina Ferilli. In seguito si divide ancora tra teatro e televisione, ma nel 1998 torna a riproporre tensioni in un drammatico faccia a faccia coniugale con Laura Morante (L'anniversario, Mario Orfini). L'anno dopo ribalta la sua fama da cattivo e riscuote un grande successo televisivo vestendo gli abiti del commissario Montalbano, il personaggio creato dalla penna di Andrea Camilleri.
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Alberto Sironi
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Nato nel 1940 si forma alla scuola d'arte drammatica del Piccolo Teatro di Milano, sotto la guida di Giorgio Strehler e Paolo Grassi. A partire dagli anni Settanta comincia la collaborazione artistica con la Rai per la quale cura, come sceneggiatore e regista, inchieste e reportages sia in Italia che all'estero. A questo periodo risale la sua attenzione ai problemi del mondo sportivo con la realizzazione per la rubrica TV7, insieme a Beppe Viola, dell'inchiesta Mercato di gambe su luci e ombre dell'ambiente calcistico.Nel 1978 firma sceneggiatura e regia di due telefilm tratti dalla raccolta di racconti Centodelitti di Giorgio Scerbanenco. Tra il 1987 e il 1990 scrive il soggetto originale della serie tv-movie Eurocops e ne dirige tre episodi interpretati da Diego Abatantuono nei panni del commissario Corso. Nel 1995 è poi l'artefice di un grande successo in onda su RaiUno: Il grande Fausto, film ispirato alla vita di Fausto Coppi con Sergio Castellitto, Ornella Muti e Bruno Ganz. Contemporaneamente scrive e dirige sceneggiati per la radio, in particolare lo sceneggiato in ottanta puntate Rimorsi. Ancora per la Rai dirige nel 1998 Una sola debole voce, messo in onda su Raidue. Nel 1999 altra regia importante, quella de Il commissario Montalbano. Poi nel 2000 quella de Il furto del tesoro di San Pietro. Nel 2001 torna a dirigere la terza serie della fiction Montalbano 3, su RaiDue
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Curiosità
· Nel 2003 l'amministrazione comunale di Porto Empedocle (Provincia di Agrigento) ha deciso di mutare la denominazione ufficiale del comune in Porto Empedocle Vigata. Con il benestare dello scrittore che, nell'occasione, si è dichiarato particolarmente onorato della richiesta degli amministratori, il toponimo inventato dallo scrittore per ambientare le sue storie è stato aggiunto al nome storico del comune agrigentino.
· Il nome Montalbano venne scelto da Camilleri in omaggio allo scrittore spagnolo Manuel Vázquez Montalbán, creatore di un altro detective famoso, Pepe Carvalho: i personaggi hanno molte cose in comune, l'amore per la buona cucina e le buone letture, i modi piuttosto sbrigativi e non convenzionali nel risolvere i casi, una storia d'amore controversa e complicata con donne anch'esse complicate.
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