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L'architetto Vincenzo Sinatra, genero dell'architetto Rosario Gagliardi, è attivo a Noto dal 1726.
A Ispica firma i disegni del loggiato antistante la chiesa di Santa Maria Maggiore nel 1749. Per quanto le frequenza col Gagliardi abbia condizionato notevolmente la sua attività, la sua personalità come architetto si individua autonomamente.
Egli sviluppa con molto acume temi architettonici concavo-convessi (Municipio e chiesa di Montevergine di Noto, chiesa di S. Giovanni Evangelista di Scicli) in una prospettiva urbanistica.
Nel loggiato di Ispica le 23 aperture, inframezzate da lesene, formano un elegante e delicato diaframma tra il prospetto e l'antistante illimitato orizzonte.
Lo stile si avvicina a forme rococò, soprattutto nelle tre aperture centrali, nell'articolazione molto leggera di metope e triglifi e nei mistilinei pilastrini che si concludono con una sfera.
Il loggiato di S. Maria Maggiore è uno dei rari esempi rimastici di una struttura molto in uso tra Seicento e Settecento, realizzata spesso in legno per le fiere effettuate in occasione delle più importanti festività religiose.
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