PERCORSI
1. San Corrado Fuori le Mura: mura monumentali con scalette.
A 5 Km dalla città di Noto, lungo il percorso per raggiungere S. Corrado f.m., ad un'altezza di 290 m.l.s. è possibile ammirare a sinistra un ampio terrazzamento fatto in pietra a secco che svolgeva una funzione di contenimento ed agricola. Le mura risalgono ai primi del XX sec e sono associate alla costruzione della sovrastante Villa Peppina . Ogni livello è collegato a quello superiore tramite delle scalette utilizzate per una maggiore mobilità tra i livelli in uno schema architettonico che si ritrova spesso nei terrazzamenti del parco del Monte Alveria e in tutti gli Iblei.
2. Contrada Villa Vela: mangiatoia da Muro sagomato.
Lungo la strada che collega la Frazione di Villa Vela a quella di Testa dell'Acqua, di fronte alla Villa Messina, è possibile ammirare un raro esempio di mangiatoie in pietra a secco ricavate da un muro di recinzione che delimita l'area di un'antica masseria. Osservando da vicino è possibile ammirare nel corpo del muro alcune rientranze ricavate per accogliere la paglia. La costruzione risale alla fine del XIX sec probabilmente ad opera dei Messina. Mangiatoie di questo genere le troviamo nel territorio del siracusano , una in particolare in ottimo stato ad Avola Antica.
3. Città di Buccheri: le 26 neviere di Buccheri.
In Contrada Piana è possibile ammirare diversi esemplari di neviere o "nivere"a pianta circolare o rettangolare. Le prime neviere risalgono al 700 e servivano ad accumulare la neve nel periodo invernale che poi, trasformatasi in ghiaccio, nei mesi caldi veniva commercializzata in tutta la Sicilia ed a Malta. Le neviere di Buccheri sono scavate in un pendio degradante a nord utilizzando una roccia detta "girbinu". Le pareti interne sono ricoperte con muratura di conci quadrati, il tetto è chiuso da una cupola o una volta, unico elemento strutturale che si scorge in superficie. Sul versante nord si apre una porticina, usata per estrarre la neve in estate. In inverno la neve veniva scaricata da un'altra apertura, praticata sul lato sud. Ogni neviera è circondata da un muro a secco che definisce lo "zaccanu", spazio di pertinenza della neviera.
4. Castelluccio: le antiche mura del Castello.
Tornando indietro, superata la città di Palazzolo (Patrimonio dell'Unesco) in direzione Testa dell'Acqua, si arriva in prossimità dei resti dell'antica civiltà elladica di Castelluccio (1800-1400 a.C.). Dell'antica cultura agropastorale di Castelluccio sono rimasti vari reperti. I più rilevanti fanno capo alle numerose necropoli - nell'area sono state censite 200 tombe a forno con cella a pianta ovoidale, precedute da un vestibolo - e alle mura monumentali del Borgo di Castelluccio che si innalzano in uno sperone roccioso ad un'altezza di 350 m.l.s. Delle mura restano solamente grandi pietre calcaree disposte orizzontalmente e verticalmente e che facevano parte delle mura monumentali che recintavano la cittadella medievale. Al di sotto della mura si trova un magazzino ricavato da una grotta che risale al XIX sec.
5. San Giacomo: la "mannara" con paralupo.
Partendo da Castelluccio dopo tre bivi di cui l'ultimo a sinistra, lungo una strada tortuosa in direzione ovest, e seguendo ancora per 10 Km si entra nel territorio di San Giacomo in provincia di Ragusa che è caratterizzata da un magnifico panorama di costruzioni in pietra a secco - mura, terrazze, masserie, "trazzere". In Contrada Cozzo Freddo è possibile osservare una "mannira" con muro paralupo. La mannira (rifugio per bovini ed ovini) è costituita da un recinto, diviso da un muro centrale in cui si aprono delle basse aperture chiamate "vari" o "varili". Le mura di cinta sono difese da lunghe pietre inserite perpendicolarmente nelle mura, dette paralupi che servivano per impedire agli animali selvaggi di invadere la mannera in cui erano custoditi gli animali. In questo muro le pietre sporgenti seguono una curva verso l'alto per dare maggiore leggerezza al corpo del muro. All'interno della mannera si svolgevano tutte le mansioni legate alla cura degli animali soprattutto la mungitura. In un angolo del recinto è inoltre possibile osservare la casa del pastore detta "zammataria" o casa i "mannira".
6. San Giacomo: muragghio del Feudo Musso.
Raggiunto il Borgo di San Giacomo (presso la fattoria Musso) si scende per un pendio ed è possibile ammirare un muragghio. I muragghi sono torri coniche, spesso terrazzate, che nascono dal materiale derivante dallo spietramento di un feudo: possono essere dotati di scaletta lineare o a spirare. Il muragghio di san Giacomo venne creato in occasione della bonifica dei campi nel XV e XVI sec e per la grandezza è l'esemplare più imponente della zona accanto ai muragghi di contrada Tribastoni (Ragusa) ed a quello di contrada Centopozzi (Ragusa).A livello paesaggistico le caratteristiche di questo e di tutti i grandi Muragghi sono: l'impossibilità per chi lo osserva da lontano di determinarne la dimensione reale e l'isolamento che deriva direttamente della grandezza del feudo: più e grande il feudo più il muragghio è imponente.
7. Modica: i cuccumeddi e i muri.
Negli iblei per proteggere gli alberi appena piantati dagli animali al pascolo e da eventuali incendi si costruivano intorno al tronco delle protezioni, conosciuti come "mannaruni" nel ragusano e come "cuccumeddi" nel siracusano.Lasciando San Giacomo per ritornare alla città di Noto è consigliabile percorrere la strada Modica - Frigintini. Durante il percorso si può osservare una piana con vari esempi di mura e recinti, di "trazzere" o mulattiere ovvero le piccole strade che servivano a congiungere i pascoli alle vie percorribili. In questo territorio si possono ammirare i recinti costruiti a protezione delle piante o degli alberi di Mandorlo o Ulivo. Un particolare è la presenza di un muro costruito a sostegno di un ulivo centenario che si appoggia su un muro a secco.
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