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scacciapensieri 
 
 
scacciapensieri 
 
LO SCACCIAPENSIERI (marranzano)
 
Il folklore siciliano è suggestivo, fantastico e ricco. Pensiamo al carretto siciliano, ai paladini francesi, al “ciaramiddaru” che gonfia la zampogna durante le novene natalizie e al “marranzano” lo scacciapensieri con il suo strano suono. 
Lo scacciapensieri in forme diverse si presuppone che abbia avuto origine nelle aree culturali pastorali arabe. 
Gli scacciapensieri più remoti erano però ricavati da un unico pezzo di bambù, dove nella struttura si ritagliava la linguetta sonora. Ancora oggi sono ancora così nelle isole del Pacifico (Polinesia, Micronesia e Melanesia). A dispetto del nome da noi attribuito in Nuova Guinea lo scacciapensieri è addirittura considerato sacro ed è utilizzato come strumento cerimoniale, suonato esclusivamente dagli uomini nel corso di eventi religiosi. 
La forma "moderna" a ferro di cavallo in metallo si è ideato intorno al 1350 tra l'Europa e l'India. In Italia, dove molti credono avere le sue origini, lo scacciapensieri arrivò appena nel diciannovesimo secolo. Da noi prese dunque il nome di "scacciapensieri" ed anche, nel dialetto siciliano, di mariolu, marranzanu (o marranzano) e ngannalarruni ("inganna ladroni"). 
Il motivo di tale appellativo era causato dal suo utilizzo per segnalare ad altri ladri o altre persone sospettate di cattive intenzioni. Serviva da segnalatore per allontanare i malintenzionati.  
In Sicilia divenne ad ogni modo uno strumento d'obbligo nella composizione delle orchestrine ambulanti di cantori, che si accompagnavano con lo zufolo di canna ("Fiscalettu"), flautu, scattagnetti (le castagnette), quartara (o "bummulu", un vaso di terracotta per il trasporto dell'acqua adattato anche a strumento a fiato e dal caratteristico suono), il "circhietto con sonagli" o "tammureddu" (tamburello) e, appunto, lo scacciapensieri. 
COME SI SUONA 
Lo scacciapensieri è catalogato tra gli idiofoni in quanto il suono è prodotto dalla vibrazione dello strumento. Erroneamente spesso viene classificato come aerofono, ma il suono è solo amplificato dalla cassa di risonanza della cavità orale, l'emissione di fiato non incide significativamente sull'esito sonoro di base e, quindi, la sua vibrazione non è prodotta dall'urto di una colonna d'aria. 
Si suona avvicinando lo strumento ai denti, pizzicando con il pollice o l'indice la linguetta di metallo, variando aperture e chiusure, dimensioni e forma della bocca per ottenere altre note armoniche oltre quella unica, fondamentale, prodotta dalla vibrazione della linguetta. La cavità orale funge da cassa di risonanza di forma e volume variabili e i suoni armonici ottenuti possono essere amplificati ispirando o espirando. 
Il suono è ronzante, arcaico, fondamentalmente monotono (nel senso dell'unica "nota fondamentale"). Oggi è abbastanza raro e poco utilizzato nei moderni brani musicali. Il brano più famoso con lo scacciapensieri in primo piano è sicuramente quello previsto da Ennio Morricone nella colonna sonora di un famoso western all'italiana.
 
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