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villasmundo 
 
 
 
 
 
S. Alfio Melilli (SR) 
 La riserva. 
La Riserva Naturale Integrale “Complesso Speleologico Villasmundo — S. Alfio” è stata istituita nel 1998 per tutelare uno dei più importanti sistemi carsici dell’area iblea. Con circa 2,5 Km. Di estensione, due corsi d’acqua perenni, uno a regime temporaneo ed un lago profondo oltre 50 metri, le grotte costituiscono un pregevole esempio di carsismo attivo che, per il difficile accesso e la complessità strutturale, restano ancora meta di esperti speleologi.  L’ambienye epigeo, che si estende nel territorio del comune di Melilli (SR) per oltre 70 ettari a cavallo tra i due valloni fluviali dei torrenti Bellezza e Cugno di Rio, mostra aspetti paesaggistici di grande pregio, con specie endemiche esclusive degli Iblei e specie rare e minacciate. La peculiare topografia del territorio e la grande varietà di habitat sono la suggestiva ambientazione di un vero e proprio laboratorio naturalistico all’aperto. La gestione della Riserva è affidata al Centro Universitario per la Tutela e la Gestione degli Ambienti Naturali e degli Agroecosistemi (CUTGANA) dell’Università di Catania. 
Le grotte
Il complesso ipogeo Villasmundo — S. Alfio si contraddistingue in quanto unico esempio di  carsismo ancora attivo nell’area iblea, interessato dallo scorrimento di acque meteoriche sotterranee. E’ un sistema di grotte che si aprono a poca distanza lungo la parete della destra orografica del Torrente Cugno di Rio. La Grotta Villasmundo è la più sviluppata, articolandosi per circa 2 Km. Su vari livelli in una successione di cunicoli, inghiottitoi e sale. L’ingresso si apre in un angusto cunicolo lungo 50 m. e percorso da un torrente temporaneo, dal quale si arriva alla Galleria del Corso d’Acqua Principale (con una portata di oltre 30 1/sec. Percorrendola, attraverso una suggestiva successione di sale e sifoni, si giunge al Ramo dell’Affluente, un’altra grande galleria con un corso d’acqua perenne. Superato il Ramo Fossile con le sue spettacolari concrezioni, si accede attraverso una serie di sale di controllo al vasto Lago Terminale profondo oltre 50 m. L’ingresso della Grotta Alfio, posto 60 m. più a valle, immette in un sistema ipogeo più piccolo del precedente, con uno sviluppo complessivo di oltre 400 m.
 
 
 
Il paesaggio 
Due piccole, profonde valli fluviali, separate da un breve altopiano. Questo è il territorio che ospita la Riserva, un tipico esempio della particolare geografia dell’area iblea. Le cave, così si chiamano localmente le valli fluviali, sono quelle del torrente Bellezza, a Nord, e del torrente Cugno di Rio, verso Sud, nel settore nord-orientale dei Monti Climiti. Qui le rocce carbonatiche, fortemente modellate dall’azione erosiva delle acque e ricche di fossili, si alternano a lave basaltiche che testimoniano la pregressa attività vulcanica che ebbe luogo nell’area durante il Miocene. Le marcate diversità edafiche e micro-climatiche, che derivano dalla diversa pendenza dei versamenti, dall’ampiezza del fondovalle e dalla disponibilità o meno di acque superficiali, comportano la presenza nello stesso territorio di differenti tipi di vegetazione che offrono aspetti paesaggistici molto diversi: la prateria steppica arida e assoluta, le formazioni arbustive della macchia e della gariga, la lecceta fresca ed ombrosa, il boschetto ripale a platano e salice.
La fauna
La grande ricchezza faunistica della Riserva è certamente dovuta alla spiccata differenziazione degli habitat presenti: gli oltre 70 ettari di estensione della superficie epigea si presentano infatti come una vera e propria cornucopia della diversità, comprendendo ambienti naturali come il bosco fitto, la macchia mediterranea, il pascolo, l'alveo fluviale, la parete rocciosa.Tra i Mammiferi, oltre al comunissimo coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus huxlei), sono comuni il riccio (Erinaceus europaeus) e l'istrice (Hystrix cristata) e, tra i carnivori, è ben accertata la presenza della Volpe (Vulpes vulpes), della Donnola (Mustela nivalis) e della molto elusiva Martora (Martes  martes).L'erpetofauna annovera numerose ed interessanti presenze; oltre alle specie più comuni, quali il biacco maggiore (Hierophis viridiflavus), la natrice dal collare (Natrix natrix sicula), la rana esculenta (Rana lessonae) e la lucertola campestre (Podarcis sicula sicula), percorrendo gli assolati sentieri della Riserva è possibile incontrare il ramarro (Lacerta bilineata), l'endemica lucertola siciliana (Podarcis wagleriana wagleriana), il timido gongilo ocellato (Chalcides ocellatus tiligugu), il rospo comune (Bufo bufo) e l'ormai raro colubro leopardino (Elaphe situla), autentica meraviglia della natura. La presenza di un denso mantello boschivo costituisce inoltre un importante fattore di richiamo per una ricca avifauna: nell'area della riserva, insieme a specie comuni come la ghiandaia (Garrulus glandarius), la gazza (Pica pica), il colombaccio (Columba palumbus), sono presenti specie interessanti come il passero solitario (Monticola solitarius), l'averla capirossa (Lanius senator), la coturnice sicula (Alectoris graeca withakeri) e, tra i rapaci, la maestosa poiana (Buteo buteo), il gheppio (Falco tinnunculus) e il notturno allocco (Strix aluco).La fauna ipogea del Complesso speleologico Villasmundo-S. Alfio, è infine  rappresentata dall'importante artropode Armadillidium decorum, presente nelle zone più vicine all'imboccatura.
 
 
 
 
 
 
 
 
La flora. 
Il territorio della Riserva presenta una flora molto ricca e differenziata, anche in relazione a diversi tipi di ambiente esistenti. Accanto a specie arboree come il leccio (Quercus ilex) e la quercia virgiliana (Quercus virgiliana), è possibile osservare vari arbusti sempreverdi quali l'olivastro (Olea oleaster) il mirto (Myrtus communis), il lentisco (Pistacia lentiscus) il terebinto (P. terebinthus), il carrubo (Ceratonia siliqua), l'alaterno (Rhamnus alaternus) ), la fillirea (Phyllirea latifolia), arbusti spinosi come la calicotome (Calicotome infesta), il pero selvatico (Pirus amygdaloides), il biancospino (Crataegus monogyna), e piante lianose quali la rosa sempreverde (Rosa sempervirens), la clematide (Clematis cirrhosa), la salsapariglia (Smilax aspera), la viticella (Tamus communis).
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Non mancano le piante di grande rilevanza scientifica e naturalistica, tra queste l’Urtica rupestris, una rarissima specie endemica esclusiva degli Iblei, rilevata in alcune stazioni rocciose molto circoscritte lungo le pareti dei valloni. E' una specie relitta di origine molto antica, risalente all'era Terziaria, che resta oggi confinata nel sottobosco delle leccete, in stazioni piuttosto umide e fresche, interessate da affioramenti rocciosi calcarei più o meno estesi. In questi ambienti è stato rinvenuto un altro raro endemismo siculo, Cymbalaria pubescens, presente sull'Isola oltre che nell'area iblea solo in alcune stazioni rupestri calcaree del palermitano. Nelle zone più aperte con substrato roccioso spiccano i pulvini spinosi dello spinaporci (Sarcopoterium spinosum), una specie mediterraneo-orientale presente in Sicilia solo negli Iblei, e i cespugli di timo dalla spettacolare fioritura. In questi ambienti crescono anche un'altra endemica esclusiva degli Iblei, Calendula suffruticosa ssp. gussonei, e alcune specie di orchidee spontanee, come la Ophrys lutea, Ophrys sphegodes e Serapias vomeracea.
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