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Chiesa di Santa Maria della Croce e Convento Sec. XVI - Scicli
Sopra la collina omonima, sullo strapiombo della cava di San Bartolomeo, si sviluppa il complesso della Croce che comprende una chiesa, un oratorio e un monastero, considerato uno dei più antichi edifici della città, quasi certamente il più antico del periodo medievale-moderno.
E' riferibile, nel suo nucleo originario, alla prima metà del 500'; fu fondato dai Frati minori osservanti gli insegnamenti di S.Francesco, grazie al contributo dell'Università di Scicli e dei Conti di Modica, Anna Cabrera e Federico Enriquez.
Risparmiato dal terremoto avvenuto nel 1693, il monastero si articola su due cortili di forma trapezoidale, collocati a ridosso dello strapiombo della cava, di cui restano solamente alcuni ruderi. L'annessa chiesa venne ultimata nel 1528, come si legge dalla data incisa nel cartiglio a losanga sul lato sinistro del prospetto.
La facciata si articola fra modanature tardo-gotiche, ed è conclusa da un tetto a doppia falda. Sul portale d'ingresso si aprono un arco a tutto sesto e un arco a sesto acuto; tra i due è collocato lo stemma quadrato appartenente ai Conti di Modica. Un altorilievo che raffigura un roditore nell'atto di mordere grappoli d'uva e un Agnello pasquale acefalo decorano parte dell'arco a tutto sesto.
Il sistema degli archi termina in una cornice lineare delimitata ai lati da due colonnine tortili; sotto la colonna destra un leone accovacciato viene morso da un ramarro. Sopra la cornice lineare si trova una finestrella quadrata, ai lati della quale si collocano due stemmi romboidali.
La chiesa si sviluppa seguendo una pianta rettangolare, conclusa da un'abside semicircolare e coperta da una volta a botte. L'oratorio, dedicato alla Madonna di Sion e annesso alla chiesa nella parte retrostante, risale probabilmente alla seconda metà del quattrocento. Si presenta con un prospetto molto semplice scandito da un portale in stile gotico, racchiuso da due semicolonne concluse da un arco trilobato su cui è scolpita una croce in altorilievo.
Al suo interno erano conservati degli "affreschi" collocabili tra la fine del ‘400 e gli inizi del ‘500; essi risultano interessanti sia dal punto di vista stilistico sia per l’uso del dialetto, nel contesto religioso, al posto del latino. Oggi gli affreschi sono custoditi ed esposti nella Chiesa di Santa Teresa.
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