Parchi letterari in Sicilia
Giovanni Verga (1840-1922): il parco letterario si estende lungo la riviera dei Ciclopi, quel tratto di costa jonica che da Catania, città nella quale Verga nacque, arriva fino ad Acireale. Qui, nel mare antistante, si svolgeva il rito mitologico e violento della cattura del pesce spada e nelle case, tra le viuzze, nei pertugi dei piccoli centri affacciati sulla fascia costiera che il parco permette di visitare, vivevano le loro faticose vite i pescatori e i personaggi che Verga ha narrato ne I Malavoglia.
Luigi Pirandello (1867-1936): Agrigento e i suoi dintorni rappresentano lo scenario ideale del Parco dedicato allo scrittore, drammaturgo e poeta, che nel capoluogo era nato e volle essere sepolto. Il fulcro dell’area è la casa del premio Nobel, oggi trasformata in museo, da cui è possibile intraprendere un viaggio sentimentale tra cortili, piazze, quartieri e paesaggi agrigentini: luoghi, ambienti e atmosfere che vibrano ancora dell’esperienza, delle descrizioni e delle riflessioni contenute nell’opera pirandelliana. Anche il «mare africano» della costa, come Pirandello stesso lo definiva, le miniere di zolfo (il padre ne era un commerciante), la valle dell’antica città, le campagne e i paesi limitrofi fanno parte del percorso letterario che si allunga fino a Porto Empedocle.
Salvatore Quasimodo (1901-1968): il parco letterario dedicato all’altro premio Nobel siciliano parte dalla sua città natale Modica e attraversa una zona «impareggiabile», secondo la definizione stessa dello scrittore, che tocca Messina, Tindari, le isole Eolie, Siracusa e la Valle dell’Anapo, dichiarata in parte riserva naturale.
Leonardo Sciascia (1921-1989): allo scrittore, simbolo dell’impegno civile dei siciliani capaci di guardare anche ai mali profondi della propria terra, è intitolato il parco letterario. Qui rivivono il mondo minerario con le sue zolfatare e quello contadino, fatto di masserie e borghi nel cuore di una terra arida e assolata, la Sicilia della mafia, dei problemi della giustizia e dell'impegno civile. Il percorso inizia a Racalmuto, suo paese d’origine, in provincia di Agrigento, e si estende fino all’area di Caltanissetta. Serradifalco, Canicattì, Xirbi, San Cataldo sono soltanto alcuni dei numerosi centri inclusi nell’area.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896-1957): La Sicilia nobile e decadente del romanzo Il Gattopardo è protagonista del parco letterario intestato a Tomasi di Lampedusa, che comprende un tracciato molto ampio.
Comincia da Palermo, in cui lo scrittore nacque e scrisse Il Gattopardo, si estende a Santa Margherita di Belice, in cui trascorse lunghi giorni felici nell’infanzia e nella giovinezza, e a Palma di Montechiaro, feudo di famiglia. Il Parco è un’articolazione di suggestioni e di luoghi. Palermo fascinosa e enigmatica città: il Gattopardo la descrive in uno dei ricorrenti momenti di transizione , di grandi cambiamenti che una magia tutta siciliana riesce a riassorbire in immobilità; gli itinerari del Parco Letterario la percorrono per gran parte del centro storico includendo la villa della famiglia Tomasi e villa Boscogrande, set di alcune scene del film di Visconti. La sede palermitana del Parco Letterario è a ridosso della storica piazza Marina, vicina al palazzo in cui Giuseppe Tomasi di Lampedusa visse nell’ultima parte della sua vita .
Elio Vittorini (1908-1966): siracusano e, quindi, dalla sua città natale inizia il parco a lui consacrato, che diventa guida preziosa per il turista alla scoperta di Siracusa e della sua provincia. Un itinerario dove i luoghi come li vedeva e li viveva il grande scrittore diventano protagonisti di una sorta di racconto che coinvolge tutti i sensi.
Il centro storico, il teatro greco, il ponte Umbertino, il porto, il mare e l’isola di Ortigia. Per allargarsi poi all’immediato circondario in un’area che comprende Noto, Lentini, Augusta.
Non solo quindi riferita ai semplici scritti di Vittorini, ma a tutto quello che di Siracusa e di questo pezzo della Sicilia raccontano: dalle bellezze naturali e storiche, alle tradizioni, ai personaggi. I luoghi siracusani che fanno da sfondo alla vita e alle opere di Vittorini sono tappe di un viaggio sentimentale per fare una ideale "Conversazione in Sicilia".
L’iniziativa dei parchi letterari si è rivolta ad altri due scrittori siciliani, forse meno noti al grande pubblico ma altrettanto autorevoli: Stefano D’Arrigo (1919-1992) e Nino Savarese (1882-1945).
Il primo scrisse un romanzo, Horcynus Orca, considerato una pietra miliare della letteratura italiana del Novecento per l’immenso e maniacale lavoro che l’autore compì (impiegò quasi vent’anni per ultimarlo) realizzandolo in una lingua “inventata” nella quale sono riunite ed esaltate tutte le lingue che hanno attraversato la cultura siciliana.
Difficile se non impossibile per la sua complessità sintetizzarne la trama. Basti sapere che l’ambientazione è la fine della seconda guerra mondiale e il protagonista è un marinaio dell’ex-Regia Marina che dopo la firma dell’armistizio, nell’ottobre del 1943, attraversa lo stretto di Messina e rientra nella sua Cariddi trovandola sconvolta dalla guerra e dalla presenza di un mostro marino, per l’appunto la mitologica Orca del titolo. Messina, quindi, e tutta l’area dello Stretto, con le Eolie, l’Etna e la zona della piana di Gioia Tauro sono lo scenario del parco letterario intitolato all’autore.
L’altro scrittore cui è stato destinato un parco, in corso di ultimazione, è Nino Savarese. Nato a Castrogiovanni (oggi Enna), fu uno dei romanzieri siciliani più noti del primo ventennio del Novecento. Raccontò nelle proprie opere il mondo umile della sua provincia, quello delle zolfatare, degli artigiani e dei contadini. Il perimetro che lo riguarda esplora la stessa Enna e poi s’inoltra attraversando diversi comuni, come Grottacalda e Valguarnera, fino alla splendida Piazza Armerina.
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