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Quando i pupi giocano in città 
Un itinerario nel capoluogo siciliano trai i teatri ed i musei che tengono ancora in vita l'antica tradizione dei burattini. 
(da "I viaggi di Repubblica" N.452 - 8/3/2007 di Ilaria Zaffino)
pupi siciliani
I PUPI SICILIANI
 
I Pupi  
I pupi siciliani, nati alla metà dell’Ottocento, costituiscono un particolare tipo di marionetta. In poco tempo, grazie alla bravura e all'intuizione degli artigiani siciliani, i rudimentali pupi di legno e stoffa, visti qualche decennio prima a Roma, Napoli, Genova, fanno un salto di qualità.  
Il pupo si cominciò a ricoprire con armature di metallo lavorato arricchite da cesellature, sbalzi e arabeschi e gli accorgimenti tecnici si fecero sempre più ricercati: il filo che comandava la mano destra del pupo venne sostituito da un'asta di ferro, cosi che l'oprante poteva far compiere, al pupo, azioni più precise come estrarre e riporre la spada nel fodero, abbracciare una dama, battersi il petto o la fronte con il pugno, abbassare la visiera dell'elmo e contemporaneamente vennero cuciti vestiti, mantelli e gonnellini con stoffe sempre più belle e preziose.    
In Sicilia,  il teatro delle marionette assume una caratterizzazione unica, sia per i contenuti sia per la tecnica, che prende il nome di “l'opra dei pupi”. Il repertorio, generalmente in dialetto siciliano,  si rifà prevalentemente alle vicende di Orlando e dei paladini di Francia.  
Per secoli i pupi siciliani, abilmente animati da generazioni di "Pupari", hanno costituito l'unica fonte di istruzione e una delle poche occasioni di svago e di divertimento per le classi più umili in un primo tempo, e inseguito apprezzata anche dalla borghesia.      
L’opera dei pupi  
L'Opera dei Pupi storicamente nasce come rappresentazione degli scontri medievali tra i Cavalieri e i Mori, nella forma in cui la conosciamo oggi, attorno alla seconda metà del 1800, quando le marionette cavalleresche, dalle quali i Pupi derivano incontrarono il favore del pubblico ed iniziarono ad interpretare i sentimenti e le aspirazioni di giustizia di una classe sociale.  
La diffusione di tale forma espressione artistica, fu favorita principalmente dai "Cantastorie" e dai "Cuntastorie". L'uno, artista-girovago, tratta il tema epico attraverso il canto, la recitazione e la mimica, mentre il "Cuntastorie" esegue gli stessi temi attraverso la declamazione essendo un narratore che non utilizza alcuno strumento musicale, ma usa modulare la voce con una tecnica tutta particolare, che si tramanda di generazione in generazione.  
Nell'Opera dei Pupi si ha la trasmissione di alti codici di comportamento dalle antiche origini che hanno interessato il popolo siciliano, codici come la cavalleria, il senso dell'onore, la lotta per la giustizia e la fede, gli intrecci amorosi e la brama di primeggiare. Tale forma teatrale, pur nella sua semplicità, ha permesso in un certo senso la divulgazione dell'epopea.  
I Pupari  
Il Puparo è l'artista-artigiano, vero fulcro dell'Opra dei Pupi. Alle sue dipendenze lavorano almeno due aiutanti-apprendisti e richiedeva la collaborazione del fabbro-ferraio (per la realizzazione delle armature dei pupi), del pittore (per la realizzazione dei cartelloni e per la decorazione del teatro) e dello scrittore di dispense (da cui trarre i copioni). Spesso i componenti della famiglia aiutano il puparo nello svolgimento del suo "mestiere", che nel tempo si è dovuto fare carico anche di dette competenze.  
Ogni puparo ha i suoi trucchi e tecniche sceniche ed il proprio repertorio spesso personalizzato del quale è molto geloso e che rivela ai suoi aiutanti, anche se appartenenti alla sua famiglia, il più tardi possibile. Essere un bravo puparo non significa solo essere un bravo artigiano, ma anche esser un bravo attore visto che egli ha il compito di animare i pupi e di dar loro la voce.
 
 
 
 
 
 
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