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Il castagno dei cento cavalli  
Sant'Alfio (CT) 
 
 
 
 
 
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Il Castagno dei Cento Cavalli rappresenta una delle più belle realtà paesaggistiche e naturalistiche esistenti nel territorio del comune di Sant'Alfio (CT). Il castagno viene considerato come il più famoso d’Italia ed è stato studiato da diversi botanici e visitato da molti personaggi illustri. Ne deriva che la sua storia si fonde con mille leggende e quella più famosa è quella di una misteriosa regina e di cento cavalieri con i loro destrieri, che, si narra, vi trovarono riparo da un temporale. 
 
Il Castagno dei cento Cavalli 
 
La leggenda  
Si narra che una Regina, con al seguito cento cavalieri e dame fu sorpresa da un temporale, durante una battuta di caccia, nelle vicinanze dell'albero e proprio sotto i rami trovò riparo con tutto il numeroso seguito. Il temporale continuò fino a sera, così la regina passò sotto le fronde del castagno la notte in compagnia, si dice, di uno o più amanti fra i cavalieri al suo seguito.Non si sa bene quale possa essere la regina, secondo alcuni si tratterebbe di Giovanna I d’Aragona, secondo altri Giovanna I d’Angiò ed è così che la leggenda verrà collegata all'insurrezione del Vespro (XIV — XV sec.). Ma è tutto, molto probabilmente, frutto della semplice fantasia popolare. Ad esempio la regina Giovanna d'Angiò, pur essendo nota per una certa dissolutezza nelle relazioni amorose, è quasi certo che non fu mai in Sicilia. 
Traendo spunto dalla leggenda, alcuni poeti cantarono del castagno e della regina, fra questi vanno citati Giuseppe Borrello e Giuseppe Villaroel che furono fra i maggiori poeti dialettali catanesi del XIX secolo, e Carlo Parini.  
 
Descrizione Botanica 
Il castagno è una pianta appartenente al genere Castanea della famiglia Fagaceae. Il genere raggruppa diverse specie, ma dal punto di vista frutticolo e forestale la più importante è Castanea sativa, diffusa in Europa; in Italia manca solo in Padania. 
E' un albero deciduo, alto fino a 30 m, con chioma slargata e fusto a corteccia grigiastra, dapprima liscia successivamente rugosa.  
Sull'Etna sono presenti alcuni esemplari di notevoli dimensioni; fra questi citiamo il Castagno dei Cento Cavalli e il Castagno la Nave. 
Le foglie sono alterne, semplici, intere, grandi e coriacee, oblungo-lanceolate, acuminate all'apice, con margine dentato, color verde intenso nella pagina superiore, più chiare in quella inferiore, munite di un lungo picciolo. 
I fiori sono unisessuali, piccoli e poco appariscenti. I fiori maschili, con perianzio di 5-6 sepali giallastri e 8-15 stami, sono riuniti in amenti eretti, lunghi 5-15 cm, formati da glomeruli di fiori giallastri avvolti da brattee e bratteole; i fiori femminili con perianzio dentato apicalmente aderente all'ovario, sono avvolti da un involucro di brattee saldate tra loro (cupola) che si accresce nel frutto. 
I frutti sono acheni (detti castagne) racchiusi, in numero di 1-3, nella cupola (riccio); il pericarpo è coriaceo, color marrone, lucido esternamente, peloso all'interno; ciascun frutto contiene un solo seme con cotiledoni molto voluminosi che costituiscono la parte edule.  
Il castagno in passato veniva largamente coltivato per il legname e per i gustosi semi. Esistono numerose varietà; tra quelle di maggior pregio citiamo i marroni, a frutti piuttosto grossi e pressoché privi di setti interni, particolarmente adatti per la preparazione di marrons glacés.  
Questa specie, poiché soggetta ad attacchi parassitari, come il "cancro corticale" (Endothia parasitica) e il "mal dell'inchiostro" (Phytophthora cambivora) che inesorabilmente ne causano la morte, viene sostituita con altre di origine asiatica. 
 
 
castagno cento cavalli 
 
Notizie storiche sul castagno 
Diversi botanici concordano che avrebbe dai due ai quattro mila anni di vita e secondo il botanico torinese Bruno Peyronel (1982) è l'albero più antico d’Europa ed il più grande d’Italia. 
Le prime notizie storiche certe sul Castagno dei Cento Cavalli furono fornite dal De Amodeo, Carrera e da altri nel XVI secolo. Pietro Carrera ne «Il Mongibello» (1636), descrisse maestoso il tronco e l'albero «...capace di ospitare nel suo interno trenta cavalli». Successivamente ne parlerà anche Antonio Filoteo (1611 
In data 21 agosto 1745 venne emanato un primo atto dal «Tribunale dell'Ordine del Real Patrimonio di Sicilia» che tutelava istituzionalmente il Castagno dei Cento Cavalli ed il vicino Castagno Nave. Visto il periodo (fine del XVIII sec.) è un atto da annoverare fra i primati della tutela ambientale. 
L'insigne naturalista catanese  Giuseppe Recupero in «Storia naturale e generale dell'Etna» descriveva dettagliatamente l'albero, cercò di fornire diverse prove e dimostrazioni sulla unicità dalla pianta (allora era in discussione se fossero più alberi) e narrò che nell'anno 1766 trovò la casa molto deteriorata (esisteva una casa sotto le fronde del castagno, si può notare nel quadro di Jean Houel).
Jean Houel XVIII sec.
Il castagno oggi 
Il castagno, (Castanea sativa), misura circa 22 m di circonferenza del tronco, per 22 m d'altezza. In realtà, oggi si presenta costituito da tre polle (fusti), rispettivamente di 13, 20 e 21 m; su queste polle è vivo il dibattito sulla unicità della pianta. Negli ultimi anni il libro dei Guinness dei primati ha registrato il Castagno come l'albero più grande del mondo, per la rilevazione del 1780, quando furono misurati ben 57,9 m di circonferenza.Posizione geografica: 37°45'00",5 N - 15°07'49",0 E. 
il castagno oggi 
Altri alberi plurisecolari etnei  
Nelle vicinanze dell'albero, a circa quattrocento metri, si trova un altro castagno con almeno mille anni di vita, il Castagno Nave (chiamato anche Castagno S.Agata o Arrusbigghiasonnu - risveglia sonno - forse per il cinguettio degli uccelli o forse per le fronde basse che destavano improvvisamente dal sonno qualche carrettiere passante). Questo castagno sarebbe, secondo alcuni studi, il secondo per antichità e grandezza in Italia. La circonferenza misura 20 m ed è alto 19 m.Sempre nel versante orientale dell'Etna, ma in territorio di Zafferana Etnea, si trova un leccio (specie di quercia) quasi millenario: l'Ilice di Carrinu. La circonferenza è 4 m ed è alto 19 m.  
 
 
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