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monellote 
 
 
 
Il paesaggio. 
La Grotta Monello, ubicata in C.da Grottaperciata al limite del territorio comunale di Siracusa, fu scoperta casualmente in una afosa giornata dell’agosto del 1948. La grotta e’ stata dichiarata Riserva Naturale Integrale il 4/11/1998 ed affidata in gestione al CUTGANA, Centro Interfacoltà dell’Università di Catania. 
Con quasi sessanta ettari di estensione, l'epigeo della Riserva  si presenta al visitatore come un'autentica cornucopia della biodiversità e del paesaggio naturale siciliano. Valli fluviali ripide e misteriose dai versanti talora scoscesi e inviolabili, chiamate localmente "cave", si alternano a pianori sassosi e soleggiati, con lembi di colture relitte a ulivo e carrubo, dove abbondano interessanti forme carsiche quali vaschette di corrosione, scannellature e solchi carsici. Ampie zone coltivate a pascolo rappresentano l'habitat ideale per numerosissime di specie di invertebrati, mentre anguste cavità e piccoli anfratti, nascosti dalle euforbie e dai lentischi abbarbicati, offrono sicuro riparo a istrici, volpi e rapaci notturni. Nel suo complesso, come un grande laboratorio naturalistico all'aperto, il paesaggio della Riserva offre al visitatore la possibilità di osservare, in un'area relativamente ridotta, la grande varietà paesaggistica che fa dei monti Iblei uno degli ambienti più suggestivi di tutto il Mediterraneo. 
 
 
 
La grotta 
Stupendo esempio di cavità e di strutture carsiche, la Grotta Monello fu casualmente scoperta per il crollo del terreno che ne ostruiva l'apertura a pozzo, larga oltre 2 m e profonda circa 7 m. L'ipogeo è impostato nelle calcareniti della Formazione dei Monti Climiti, con l'asse principale lungo una struttura tettonica di direzione ENE-WSW ed i rami laterali lungo sistemi di faglie con direzione NNW-SSE. La grotta, con uno sviluppo complessivo di 540 m circa, è importantissima per le sue strutture di concrezionamento; infatti presenta una serie di sale con speleotemi spettacolari per bellezza, ricchezza e magnificenza, consistenti in stalattiti (a punta, a mammella, a tronco d'albero, ramificate, cortiniche ecc.), cannule, eccentrici, ("peli" e "spine" sul fusto delle stalattiti), vele e cortine, meduse, concrezioni da "splash", "latte di monte", colate concrezionali sulle pareti e sui pavimenti, stalagmiti (a candelabro, a cupole sovrapposte, a pila di piatti rovesciati, a grandi foglie, a cavolfiore, a cascata ecc.), colonne e vaschette, con cordonature disposte a gradinata. All'interno della cavità si hanno temperature variabili dai 10° C in Gennaio ai 16° C in Luglio nella parte prossima all'ingresso, e da 17,7° C a 20,3° C nella grande sala terminale; l'umidità relativa varia fra l'87 e il 98 %.
La fauna
La Grotta Monello è estremamente interessante dal punto di vista faunistico, con alcune specie caratteristiche del piano carsico cui la stessa grotta appartiene. La fauna cavernicola è caratterizzata dalla presenza di invertebrati e vertebrati: tra gli invertebrati di particolare valenza sono gli pseudoscorpioni Chtonius multidentatus Beier e Roncus siculus Beier, l'isopode Armadillium lagrecai Vandel ed il diplopode Sicilmeris dionysii Strasser.Tra i vertebrati si annovera il chirottero della specie Rhinolophus ferrumequinum ferrumequinum (Schreiber) saltuariamente segnalato nella grotta a piccoli gruppi. L'ambiente epigeo è invece caratterizzato dal tipico patrimonio faunistico delle "cave iblee", nel quale si annoverano uccelli di particolare pregio e rarità quali la coturnice sicula e il corvo imperiale, rettili ormai rari e a forte rischio di estinzione quali il colubro leopardino e la testuggine di Hermann, mammiferi schivi ed elusivi quali la martora e l'istrice.
 
 
 
 
 
 
 
 
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La vegetazione. 
Nel territorio ibleo le colture continuano a mantenersi soprattutto sul tavolato pianeggiante caratterizzato dalla intersezione dei bianchi muretti a secco. 
Questo paesaggio è solcato da forre, profonde anche diverse centinaia di metri, in cui continuano a mantenersi aspetti di vegetazione forestale naturale come la macchia ad euforbia e la lecceta. 
Nella riserva le colture sono rappresentate soprattutto da oliveti, mandorleti e carrubeti; in questo contesto si trovano numerose specie legate all'ombreggiatura della chioma, ed ecco particolarmente diffusi l'elegante acanto dalla bianca fioritura primaverile ed il crisantemo giallo.
 
 
Sui costoni rocciosi è ben rappresentata la tipica vegetazione di macchia ad euforbia arborescente che si accompagna all'ogliastro, al carrubo, al terebinto e all'alaterno.  
Nell'imboccatura della grotta, assieme ad altre piante rupicole come il grazioso cappero, si rinviene la rarissima Urtica rupestris, specie endemica esclusiva degli Iblei. 
Si tratta di una interessante pianta perenne quasi totalmente priva di peli urticanti, a differenza delle altre specie di ortica sempre temibilmente pungenti. 
Essa, in genere, cresce negli ambienti ombreggiati ed umidi del fondo delle forre, ma in questo particolare contesto, decisamente arido, sfrutta le correnti rese fresche dalla presenza dell'ipogeo.
 
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