ITINERARIO
La Cattedrale S. Giovanni Battista, la cui costruzione fu iniziata nel 1706 e a più riprese viene completata e consacrata nel 1778. E' opera di due maestri costruttori Mario Spata e Rosario Boscarino. L'ampia facciata barocca e' a tre portali, quello centrale è ornato da tre statue rappresentanti l'Immacolata, il Battista e San Giovanni Evangelista, interessante, sempre sulla facciata, l'orologio solare recentemente restaurato.
L'interno, a croce latina a tre navate, e' ornato da fastosi stucchi; la statua del santo in pietra pece (1513) e' opera di Angelo Rocchetti ed e' proveniente dall'antico tempi dedicato al Santo distrutto dal terremoto del 1693. Mentre quella lignea (1858) che si porta in processione per la festa del patrono il 29 agosto con grande partecipazione di popolo e' opera del ragusano Carmelo Licitra detto "Giuppino". All'interno sono conservati diversi quadri tra i quali Cristo del Manno, S. Filippo Neri del Conca, S. Gregorio Magno di Paolo Vetri.
A lato della cattedrale nel C.so Italia, chiusa da impalcatura per ragioni di sicurezza, in quanto si sono staccati dei pezzi di cornici dalla facciata, c'e' il Collegio di Maria edificato nel 1796 dea D. Felicia Schinina', l'interno, a pianta centrica, conserva dei quadri di Tommaso Pollaci.Scendendo da C.so Italia si incontrano diversi bei palazzi settecenteschi fra cui Palazzo Lupis, notevole per gli stupendi mensoloni. Arrivati in piazza Matteotti sulla sinistra abbiamo il Palazzo delle Poste e sul corso il Palazzo del Comune (1880), ampliato nel 1929 per ospitare la Prefettura, all'interno nel salone dei ricevimenti affreschi di Duilio Cambelotti. (1933).
Scendendo si incrocia via S. Vito che conduce al ponte "nuovissimo" (1964) che attraversa la valle S. Domenica.A circa 100 m. all'angolo col C.so Vitt. Veneto c'e' il Palazzo Zacco, barocco, con le mensole dei balconi riccamente lavorate. Continuando a scendere dal C.so Italia al civico 35 Palazzo Bertini con i famosi mascheroni linguacciuti posti a chiave di volta sulle tre finestre, oggetti di frequenti riprese fotografiche.
Scendendo ancora a destra incrociamo via Scuole che conduce alla Chiesa del Carmine fondato nel 1560, ma la chiesa, ricostruita nel '700, e' stata demolita negli anni '50 e al suo posto sorge un moderno Santuario.Il C.so Italia qui si innesta con la via XXIV Maggio e subito a sinistra incrociamo una edicola eretta nel 1838 in ringraziamento alla Madonna per la cessata epidemia di colera, proprio a ridosso della casa del dott. Giuseppe Carbonaro che coraggiosamente si prodigò per combattere il morbo.
Arriviamo intanto in C.so Mazzini, serpeggiante via che conduce a Ragusa Ibla, e subito a destra c'e' la chiesa di S. Maria delle Scale o delle Cateratte, riedificata dopo il terremoto del 1693, la quale conserva della primitiva chiesa quattrocentesca e rinascimentale un pulpito gotico all'esterno e delle cappelle gotico-catalane e rinascimentali all'interno; interessante un altorilievo policromo in terracotta, di recente restauro, raffigurante il transito della vergine di scuola gaginesca (1538). Dal sagrato possiamo ammirare uno dei piu' bei panorami su Ragusa Ibla.
Proseguiamo la nostra discesa verso Ibla attraverso la scalinata e giungiamo in una piazzetta fra le scale e sulla sinistra possiamo ammirare lo scenografico palazzo barocco della Cancelleria riccamente decorato, costeggiando il quale ci troviamo di fronte la Chiesa della Madonna dell'Idria, ricostruita dopo il terremoto del 1693 su una precedente chiesa fondata nel 1629 dall'ordine dei Cavalieri di Malta. Il campanile e' rivestito con ceramiche policrome di Caltagirone. Attaccato alla chiesa dell'Idria, Palazzo Cosentini ci mostra i fantasiosi mensoloni con figure grottesche e mascheroni fra i piu' belli di Ragusa.
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Ci immettiamo quindi in piazza Repubblica, detta anche piazza degli Archi perche' un tempo attraversata da arcate di un acquedotto. Domina lo spazio la Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio posta in cima ad una ripida scalinata, chiusa da una cancellata. Il campanile staccato di poco dalla chiesa ha le fondamenta sulle antiche mura bizantine. All'interno si conservano alcuni quadri di notevole interesse: all'altare maggiore le Anime Purganti di Francesco Manno, agli altari laterali la Madonna del Rosario di Antonino Manno, la Sacra Famiglia di Tommaso Pollaci.Quasi attaccata alla chiesa del Purgatorio sulla destra c'e' il settecentesco Palazzo Sortino Trono, ricco di sculture e massicci mensoloni che sorreggono i 4 balconi, di recente acquisizione del Comune, ospitera' il "Museo d'arte contemporanea" e la "Civica raccolta Carmelo Cappello".
Dopo aver percorso tutta la via Del Mercato, che si affaccia sulla valle del S. Leonardo, proseguiamo diritto per via Chiaramonte dove subito a destra incontriamo l'entrata secondaria del severo Palazzo Battaglia, mentre quella principale e' in via Orfanotrofio; continuando a scendere arriviamo alla chiesa dell'Immacolata. Essa sorge sul sito dell'antico convento dei frati Minori Conventuali. Dell'antica costruzione conserva solo un portale gotico e la torre campanaria.
Percorrendo via Ten. La Rocca e girando per via Giardini arriviamo al Giardino Ibleo all'interno del quale troviamo ben tre chiese; la prima di S. Domenico, eretta nel 1569 e ricostruita dopo il terremoto del 1693, e' oggi bisognosa di restauro.La Chiesa di S. Giacomo (XIV sec.) originariamente a tre navate e' stata ricostruita sulla navata superstite al terremoto del 1693. Sul campanile vi sono tre sculture: a destra S. Giovanni Evangelista, al centro S. Giacomo raffigurato secondo la tradizione spagnola sul cavallo in atto di combattere i musulmani. All'interno troviamo un interessante soffitto ligneo dipinto dal ragusano Matteo Battaglia, nel presbiterio a sinistra si può ammirare un Crocifisso del '600 di scuola spagnola.Sempre all'interno dei Giardini troviamo la Chiesa dei Cappuccini ricostruita dopo il terremoto del 1693, assieme al convento, conserva all'interno un trittico di Pietro Novelli con l'Assunta, S. Agata e S. Agnese, ed e' certamente il dipinto piu' prezioso di tutta la provincia.
Uscendo dal giardino subito a sinistra troviamo il Portale di S. Giorgio in stile gotico-catalano del XIV sec., unica porta superstite dell'antica chiesa di S. Giorgio distrutta dal terremoto del 1693; sulla lunetta si puo' intravedere ancora per poco un altorilievo di S. Giorgio che uccide il drago.
Saliamo da via 25 Aprile e subito a destra incrociamo la chiesa di S. Tommaso riedificata dopo il terremoto sui resti di una preesistente chiesa normanna dedicata a S. Maria di Valverde. All'interno un fonte battesimale in pietra pece del 1500, sull'altare maggiore Madonna del Carmelo dipinto attribuito a Vito d'Anna.
Continuando a salire da via 25 Aprile si arriva a piazza Pola dove troviamo la chiesa di S. Giuseppe. La facciata, richiamando i motivi architettonici della chiesa di S. Giorgio, e' sicuramente della scuola del Gagliardi. All'interno a pianta ovale si conservano i dipinti di Matteo Battaglia S. Famiglia di Tommaso Pollace S. Geltrude e S. Benedetto, di Giuseppe Cristodoro SS. Trinita' e sul soffitto Gloria di S. Benedetto di Sebastiano Lo Monaco.
Proseguendo per via 25 Aprile arriviamo a Piazza Duomo e in una cornice di palazzi barocchi ci appare il Duomo di S. Giorgio, opera dell'architetto siracusano Rosario Gagliardi, che ha firmato parecchie opere importanti in tutta la val di Noto. Iniziato nel 1738, sul posto dove sorgeva la chiesa di S. Nicolò distrutta dal terremoto del 1693, fu completata nel 1775. Il Gagliardi sfrutta l'idea originale della facciata torre, utilizzata anche in altri progetti, realizzando un tempio dalla forma slanciata che e' sicuramente fra i piu' belli del barocco siciliano. La cupola alta 43 m. e' stata ultimata nel 1820 ed e' opera di Carmelo Cultrari. Una cancellata in ferro battuto (1880) opera di Angelo Paradiso circonda la scalinata (54 gradini).
L'interno e' a croce latina, le vetrate istoriate rappresentanti il martirio del Santo sono del 1926 su disegno di Amalia Panicati, un pregevole altorilievo in legno si può ammirare sulla porta maggiore. Le tele: l'Immacolata, Gloria di S. Nicola, Angelo Custode di Vito D'Anna, S. Gaudenzia di Antonio Manno.
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